Quarto appuntamento dedicato all’allenamento dei bambini.
I fedeli lettori di Kung Fu Life avranno certamente seguito la rubrica sulle posizioni del Kung Fu sul nostro magazine (gli altri, se incuriositi, potranno andare a sfogliare o scaricare il pdf appena avranno terminato di leggere questo post!) e sapranno, quindi, quanta importanza abbia una corretta esecuzione delle posizioni di base.
Prima di imparare qualsiasi forma, siano fondamentali (cosìddetti Jibengong) o forme basilari, è necessario apprendere quali sono e come si eseguono i singoli mattoncini di cui è composta una forma.
Chiunque pratichi Kung Fu da qualche anno sa che l’esecuzione scorretta di un movimento a lungo andare può provocare traumi, più o meno gravi, a carico dell’apparato muscolare e delle articolazioni. In modo particolare nel nostro tipo di disciplina vengono sollecitate moltissimo le ginocchia e le caviglie.
I bambini, poi, sono in quella fase in cui la struttura ossea e articolare si stanno formando e consolidando, quindi a maggior ragione è bene che determinate posture scorrette vengano modificate da subito.
Nel Wushu Moderno esiste una sequenza, chiamata Bu Xing, che comprende solo posizioni e che può essere molto pratica per la memorizzazione della loro esecuzione.
L’apprendimento delle posizioni però non è mai una parte “esaltante”… Un adulto può mettersi davanti ad uno specchio e cercare di ripetere il movimento curando i dettagli, in vista poi di unirli e veder nascere una forma; per un bambino è senza dubbio considerata una perdita di tempo, soprattutto se affianco ci sono compagni, magari di grado più alto, che fanno volteggiare sciabole e bastoni senza apparentemente prestare più caso alla posizione di piedi e gambe.
E infatti il segreto è tutto lì: far diventare certi movimenti degli automatismi.
Prendendo una posizione su tutte, la mabu, è importante che in modo spontaneo i bambini imparino ad eseguirla con le ginocchia verso l’esterno, i piedi dritti e il peso centrato, senza effettuare correzioni mentre si assume la posizione e senza dover guardare i propri piedi ogni volta per verificare di averli messi nel modo giusto.
A seconda della posizione che si sta imparando o allenando si possono fare diversi esercizi volti sia alla memorizzazione, sia al rafforzamento muscolare.
Lavorando sulle singole posizioni si può lavorare a coppie in modo che i due compagni si aiutino e correggano tra loro.
Ad esempio per allenare la pu bu i due compagni si mettono uno affianco all’altro, con i piedi a contatto, guardando nelle due direzioni opposte, si afferrano per una mano e mantenendo il contatto col piede cercano di scendere fino ad assumere una corretta pu bu, aiutandosi a vicenda a girare il busto in direzione della gamba distesa.
Per allenare la ma bu, sempre a coppie, i bambini si mettono uno affianco all’altro e una volta assunta la posizione l’allenatore posiziona sulle loro gambe, parallele a terra, un bastone, che va tenuto in bilico senza ovviamente l’uso delle mani.
Analogamente, per la gong bu, a coppie o gruppetti di tre, i bambini si dispongono affiancati in modo alternato in una direzione e in quella opposta, in modo da avere tutte le gambe piegate vicine, al di sopra viene posto nuovamente il bastone che va tenuto in equilibrio.
Si possono poi estrapolare delle brevi sequenze da forme anche avanzate, due o tre posizioni per volta, e si possono far eseguire tralasciando le tecniche di mano o gamba ma curando solo i dettagli delle posizioni e delle stesse in movimento.
Molto utile ad esempio è eseguire delle “camminate”, muovendosi lungo una linea, alternando poche posizioni.
Classiche sono le camminate in ma bu – gong bu, du li bu – gong bu, du li bu – pu bu.
Questa serie di movimenti va fatta eseguire mantanendo, dove possibile, la stessa altezza da terra.
Con questo tipo di esercizi si può lavorare dapprima sulla correttezza dell’esecuzione e in un secondo momento sulla fluidità nel passaggio da una posizione alla successiva, andando a mettere l’accento sulla velocità e sulle caratteristiche di ogni stile (ad esempio la circolarità nel Tang Lang).
Per i più piccoli si possono associare questi movimenti a quelli dell’animale al quale si ispira lo stile in studio, rendendo un po’ più accattivante il semplice apprendimento delle basi.
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