Insegnare ai bambini – Le applicazioni

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Nello studio delle forme, al pari dell’imparare uno schema è di grande importanza dare un senso pratico alla sequenza di movimenti e tecniche che vengono eseguite. Trovare, cioè, un’applicazione marziale che trasformi il gesto estetico in uno efficace dal punto di vista del combattimento.
Una volta apprese le basi di una forma un buon marzialista, giovane o adulto che sia, la deve sezionare in ogni suo dettaglio e trovare la motivazione di ogni gesto.
Si dice che per ogni tecnica ci siano 9 possibili applicazioni (o così fu detto a me) quindi, spazio alla fantasia! … ma con moderazione.
Se si chiede ad un bambino di trovare una possibile spiegazione ad una sequenza di tecniche che ha appreso è possibile sentirsi rispondere di tutto: entrano in gioco super poteri, armi fantastiche e scene alla Matrix.

 

FOTO PO VS TAI LUNG

 

Si parte dal presupposto che una tecnica si considera efficace se una volta eseguita su un avversario consente di raggiungere lo scopo desiderato, quindi il bambino che applica la sua tecnica contro quella del compagno deve per prima cosa imparare la differenza tra eseguire un movimento da solo ed eseguirlo su di un compagno.
Prima di tutto cambiano le distanze: si dice che si esegue in grande e si aplica in piccolo, cioè i movimenti più “allungati” fatti a vuoto si accorciano quando si lavora su di un avversario in carne ed ossa.
Altra cosa, cambiano le rispettive dimensioni. Il partner di lavoro può essere più alto o più basso, può essere più forte o più debole richiedendo una maggiore o minore forza nell’eseguire la propria tecnica.
Sottoposto a questo tipo di problemi il bambino impara a ragionare in termini di applicabilità di una tecnica, lasciando da parte onde energetiche e forza bruta alla Hulk.

Ci credoGià, perchè quando lavorando a coppia uno dei due piccoli fighters si accorge di non riuscire nel proprio intento, oltre al continuare imperterrito sulla propria strada spesso inizia di riflesso ad usare la sola forza, andando nella quasi totalità dei casi contro ai principi di qualsiasi stile del Kung Fu.
Sono concetti di non facile ed immediato apprendimento per i più piccoli, ma lavorando per gradi e provando su loro stessi possono capire ed interiorizzare nozioni come la cedevolezza, lo sfruttare la forza dell’avversario a proprio vantaggio, il proteggere la propria “linea centrale”, l’usare la forza del proprio corpo piuttosto che quella delle sole braccia, ecc…
In questo frangente il lavoro a coppie è indispensabile, facendo in modo che ogni ragazzino cambi compagno di lavoro spesso, per adattarsi maggiormante alle diverse situazioni, ma anche controllando che lo studio delle tecniche non degeneri in rissa!
Inoltre il mio consiglio è quello di non dare subito la “soluzione”, ma lasciare che i ragazzini provino a dire la loro, stroncando ovviamente le proposte impossibili (i sopracitati Hulk, Dragon Ball, etc.), ed invitando a provare su di un compagno quelle più accettabili.
E’ uno stimolo a ragionare in modo marziale che servirà loro nel percorso nel Kung Fu.

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