Nuovo appuntamento dedicato all’insegnamento del Kung Fu ai bambini.
In questa serie di post ho cercato darvi qualche dritta su come gestire, dalla preparazione allo svolgimento, una lezione di un corso per i più piccoli, tenendo conto soprattutto delle problematiche che ho affrontato nella mia esperienza.
Questo appuntamento lo dedico alla preparazione per una gara di forme, vista la mia provenienza dal Wushu Moderno.
Sono fermamente convinta che se un atleta è agonista lo è tutto l’anno, quindi l’allenamento sarà semplicemente intensificato nel periodo pre-gara, però è meno frequente che al di sotto di una certa età si possa parlare di vero e proprio agonismo.
I bambini in genere amano la competizione, che sia anche solo un semplice gioco a squadre durante l’allenamento, però l’impegno richiesto per una gara, a qualsiasi livello, è diverso da quello richiesto in una normale lezione.
Prima di tutto ci va un po’ di costanza, non si può infatti pretendere di ottenere buoni risultati con uno scarso impegno. In questo hanno un ruolo importantissimo anche, ahimè, i genitori, che a volte limitano le possibilità ai figli per non dover fare qualche rinuncia loro stessi, magari accorciando la gita fuori porta del weekend o accompagnando il/la figlio/a a qualche allenamento extra.
Quindi, è importante mettere in chiaro (a entrambi, genitori e figli) che chi vuole partecipare all’evento avrà degli “obblighi” in più.
Secondo punto è l’impegno durante l’allenamento stesso.
Quando si decide di gareggiare inizia una sorta di conto alla rovescia, nel quale ogni ora di allenamento diventa preziosa e può fare la differenza tra un posto sul podio o il premio di consolazione.
Stabilita la durata delle sessioni di allenamento, i bambini devono essere presenti sul tappeto con mente e corpo fino alla fine.
Vediamo assieme una possibile tipologia di allenamento da gara.
Per iniziare a scaldare il corpo si può procedere utilizzando dei circuiti di allenamento che devono essere calibrati sulle reali possibilità dei ragazzini.
A seconda del tipo di prestazione richiesta si possono mettere stazioni che li facciano lavorare sulla velocità, sulla resistenza, scaldando molto bene i muscoli delle gambe senza però tralasciare quelli del resto del corpo.
Ad esempio un circuito di 6 stazioni può essere composto da:
- accosciate e rapidi sollevamenti, utilizzando una palla medica (di peso adatto a chi la userà) che va raccolta da terra e sollevata sopra la testa ad ogni piegamento. In questo caso è importante lavorare sull’esplosività del movimento
- step, sul quale il bambino deve salire e scendere con ritmo costante per tutta la durata dell’esercizio, mantenendo una certa velocità di esecuzione
- skip con pugni a catena, ovvero sollevare le ginocchia almeno fino alla vita, alternando la destra e la sinistra ed in contemporanea distendere i pugni davanti a sé, lavorando in questo caso sul fiato
- qualche addominale, sia alto sia basso, senza esagerare e facendo attenzione che il movimento sia eseguito senza andare a sforzare la schiena o il collo
- qualche flessione, per non lasciare le braccia completamente scariche
- squat con calcio frontale, ovvero partendo da posizione mabu ci si solleva e si alternano calcio frontale destro e sinistro, tornando ogni volta nella posizione di partenza. In questo caso si lavora sul rafforzamento soprattutto dei quadricipiti femorali
Il circuito va ripetuto almento 3 volte, con durata per ogni stazione variabile a seconda delle possibilità dei bambini e del loro livello di allenamento (15 secondi possono essere un buon inizio).
Finita la parte di riscaldamento si può iniziare a lavorare sull’esecuzione della forma, con ritmo crescente man mano che si procede.
Per preparare psicologicamente i bambini all’atteggiamento che dovranno avere in gara è utile da subito utilizzare le stesse modalità che si avranno davanti ai giudici, ossia effettuare già durante l’allenamento l’ingresso nell’ideale area di gara, con saluto, posizionamento nel punto giusto del tappeto come richiesto dalla forma e atteggiamento marziale.
Può anche essere utile, per l’allenatore e per i ragazzini, che i compagni si guardino e correggano a vicenda, andando sia ad evidenziare possibili errori sfuggiti all’occhio dell’insegnante, sia a capire dagli errori del compagno come correggere i propri.
Buon lavoro!