In questi giorni il mio compagno di allenamento si chiama lombalgia o come preferisco soprannominarlo io "maledetto mal di schiena" e sono obbligato ad allenarmi proprio come non vorrei: scarsa intensitá, allenamenti corti, molto "guardinghi" e con esercizi leggeri, spesso isometrici e/o propriocettivi, comunque sempre preceduti da un lungo e graduale riscaldamento specifico.
Lo sappiamo, la "noia" o "fastidio" muscolare che ancora – grazie a Dio – non è un vero e proprio infortunio è quasi una tappa obbligata nella vita kungfuica, una tappa che purtroppo ripercorreremo svariate volte per periodi più o meno lunghi; solo col passare del tempo ed a volte col dolore capiremo che ci sono momenti in cui dobbiamo dar retta più alla nostra testa che al cuore e realizzare che è meglio rallentare per poi ripartire gradualmente, piuttosto che giocare d’azzardo rischiando di restare completamente fermi.
Stamane il mio fisioterapista (Dott. Fabio Zelioli già per l´intervista pubblicata nel numero 10 di Kung Fu Life) mi ha negato alcuni movimenti che comportano carichi, ma non quelli che si occupano di tonificare il muscolo interessato. Così mi è venuto in mente di allenare il mio core con il cane da punta: un workout efficace dal nome bizzarro.
Come si esegue il cane da punta?
La versione standard del cane da punta prevede una posizione di partenza in quadrupedia, ma è davvero leggera e ridicolmente facile per noi kungfuici che siamo abituati a posizioni basse e ben più innaturali: utilizziamola giusto come un buon modo per prender confidenza con lo sbilanciamento le primissime volte e poi, appresa la tecnica, la useremo solo come riscaldamento specifico iniziale.
Per il cane da punta 2.0 disponiamoci invece nella posizione iniziale del push up con le gambe solo leggermente divaricate, per poi distendere completamente le braccia. A questo punto alziamo un braccio teso in modo tale che sia parallelo al suolo e contemporaneamente issiamo la gamba opposta mantenendo la posizione per circa 30 secondi, per poi invertire gli arti coinvolti senza concederci riposo. Non dimentichiamo di mantenere la schiena piatta e facciamo attenzione a non trattenere il fiato durante l’esecuzione.
Il workout di per sé sembra molto leggero, ma solo fino a quando non lo si effettua; la postura che guadagniamo con gli arti tesi è perennemente instabile e ciò ci obbliga a continue correzioni più o meno importanti per recuperare un buon equilibrio e stabilizzarci, facendo lavorare costantemente la zona dei lombari e degli addominali.