Il lato oscuro del Kung Fu. La paura è la via.

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lato oscuro<<Conosco il Kung Fu!>> Diceva Neo a Morpheus dopo ore di addestramento virtuale.
Chi nel mondo reale puó fare un´affermazione ugualmente avventata? Nessuno!
Se per Kung Fu intendiamo l´arte nella sua totalitá, tutti gli stili ed il raggiungimento di un livello che possa essere definito "imbattibile", allora non basta una vita per conoscere il Kung Fu. Molto meno serve invece per cedere al lato oscuro della disciplina.

maestro yodaChe cos´é il lato oscuro? Scondo jawapedia è il lato piú distruttivo, quello al quale si giunge attraverso la paura.
"La paura conduce all´ira, l´ira all´odio. La paura è la via per il lato oscuro". Lo affermava il Maestro Yoda.
E propio i maestri sono i piú vulnerabili.
Io conosco il vero Kung Fu, perché ho studiato con il Maestro XYZ che mi ha riconosciuto come unico referente italiano dello stile. Chi non fa lo stile come lo faccio io sbaglia e sbaglia anche solo a parlarne…
Il mondo del Kung Fu è affollato di jedi oscuri, che temono di non vedersi riconosciuti come i migliori, gli autentici, i soli.

lato oscuro jediIl Kung Fu è fatto di una miriade di stili. Perché il Maestro XYZ ha imparato dal suo Maestro che, a sua volta, ha studiato con un Maestro, fino ad arrivare a qualcuno che nella notte dei tempi ha deciso che i confini de "il mio è l´unico stile autentico e io sono l´unico" erano troppo stretti e cosí è uscito a cercare qualcosa di nuovo. Ha trovato un nuovo modo, una nuova via e a ha fondato un nuovo stile, che poi è arrivato fino a XYZ e sucessivamente al nostro jedi oscuro… che oggi se ne professa l´unico autorizzato.
Lo stesso Bruce è l´icona delle arti marziali cinesi perché non ha voluto chiudere la propria arte nella gabbia dei vincoli stanziali della pratica sempre uguale a se stessa.

kung fu panda poPerché il Kung Fu è libertá! Arrendetevi all´evidenza. È la libertá di ricercare nuove vie che ha dato vita ad un´arte tanto complessa quanto affascinante. Gli unici e i soli maestri autorizzati e detentori dello stile non possono impedire ai praticanti di guardare oltre la siepe.

darth vaderNel corso dei secoli, chi ha usato il lato oscuro, è sempre stato accusato di avere scopi esclusivamente egoistici, ma i jedi oscuri hanno sempre affermato che il lato oscuro fosse solo un mezzo per raggiungere un fine più grande. (fonte jawapedia).
La prima obiezione alla libertá è che allora chiunque puó fare qualunque cosa e spacciarlo per Kung Fu; invece è necessario avere dei referenti preparati che possano indicare la via.
Vero. Ma non ci si autoproclama. Sono gli allievi che giudicano e scelgono. Gli allievi vanno incoraggiati a mettere il naso fuori di casa per esplorare il mondo. Loro decideranno chi seguire, cosí come il jedi oscuro ha scelto di seguire il Maestro XYZ.
Se invece il jedi oscuro ha interessi piú ampi del semplice insegnamento – economici o "politici" ad esempio – allora torniamo alla paura di non essere riconosciuto come l´unico e quindi di veder scivolare via la possibilitá di accentrare attorno a se un movimento di appassionati. Ma questo non è il Kung Fu: è il lato oscuro.

Cari jedi non dichiarate il lineage, dimostrate l´abilitá… e poi armatevi di pazienza perché per essere "gli unici" ci vuole tempo, dedizione e un talento sopra le righe.
Quando Neo ha dichiarato di conoscere il Kung Fu Morpheus ha risposto <<Dimostramelo!>>.

2 risposte

  1. Condivido pienamente quanto scritto nell’articolo. Purtroppo, specialmente nel mondo del Wing Chun, stile che pratico con passione ed interesse estremi, tutto ciò trova particolare riscontro. Decine e decine (e decine ancora…) di lineage, più o meno vicini tra loro, che si basano su differenze concettuali e tecniche spesso irrilevanti, su formalismi spesso privi di un vero riscontro pratico! Tutto, pur di giustificare una scuola, accreditare un Sifu, costruire un’aura quasi mistica.
    Basta! Il Kung Fu è studio, comprensione, personalizzazione. Senza dover necessariamente ridursi ad una babele di lineage e scuole che predicano la stessa cosa, ma con parole diverse.
    Questo serve solo a togliere credibilità all’ambiente.
    Dopotutto, un’Arte Marziale è come la musica: ha delle regole, precise, ma ciascuno è libero di interpretarla come meglio crede. Il Kung Fu è uno strumento, con precise dottrine fondanti, ma che ciascun praticante “vive” secondo il suo modo di essere ed intendere la disciplina.
    Alla fine, se vogliamo, è un po’ quello che lo stesso Lee predicava! Non fermarsi al formalismo, alle regole ritenute immutabili, ma basarsi su di esse per costruire il proprio stile. Questo secondo me era il messaggio che voleva dare, e che suonò come una rivoluzione, un’eresia, in un mondo, quello delle arti marziali, fossilizzatosi sulla tradizione dell’ “immutabilità” della disciplina.
    Non seguire pedissequamente, ma comprendere ed interpretare. La chiave è tutta qui.

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