Cosa significa praticare Kung Fu in Occidente? Un kimono indossato ad ovest veste nello stesso modo di uno indossato ad est?
Domande apparentemente retoriche alle quali si potrebbe sinteticamente rispondere che <<Il Kung Fu è Kung Fu ovunque lo si pratichi>>. Effettivamente si può affermare con certezza che l´arte non dipende dal luogo nel quale la si esprime, ma innegabilmente ne viene condizionata e per sua natura il Kung Fu è un´arte fortemente connessa al luogo d´origine.
Pensiamo all´universo di stili che caratterizzano l´arte marziale cinese, ognuno radicato nella zona della Cina nel quale è stato ideato se non addirittura nella famiglia che lo ha messo a punto, oppure all´immediatezza con la quale si riesce ad individuare la provenienza di una forma semplicemente osservando la dinamica dei movimenti del suo esecutore.
Il Kung Fu è legato alla sua terra d´origine perché è il frutto della cultura che ha contrassegnato quella zona del mondo. A partire dal Taoismo, sul quale si appoggiano i fondamenti dell´arte, fino alla selezione delle armi studiate nei diversi programmi di stile, ogni cellula del Kung Fu emana riflessi d´Oriente (in Occidente difficilmente si combatteva con alabarda, lancia o bastoni lunghi).
Da non molto tempo anche a noi occidentali sono state aperte le porte dei templi, sia fisicamente che metaforicamente, e ci è stato concesso di immergerci in quella cultura che contribuisce a fare del Kung Fu la disciplina che evoca immagini di rispetto, filosofia, meditazione, evoluzioni marziali e potenzialità energetiche. E noi ci siamo tuffati a bomba, convinti di saper nuotare e di poterci accontentare di restare a galla senza scendere in profondità. Abbiamo cominciato a praticare e studiare, sia in Occidente che in Oriente, facendo tesoro di ogni insegnamento ed ogni tecnica e mostrando spesso un´ottima abilità di esecuzione. Abbiamo anche abbracciato la cultura orientale facendo nostri diversi principi della filosofia taoista e mettendo il piede in altri terreni limitrofi, quali ad esempio la meditazione o il Qi Gong.
Ma quel kimono abbiamo continuato a vestirlo da occidentali, spesso sfoggiandolo come sintono d´abilità tecnica o come giustificazione di una “superiorità” autoimposta. <<Sono discepolo diretto del maestro “Tal dei Tali”>>, <<Ogni anno vado in Cina dal maestro “Chi Che Sia” a praticare>> … ed intanto cambia il senso del nostro Kung Fu.
Perché se il Kung Fu è un´arte legata alla terra e per principio di polarità è anche un´arte soggettiva che riflette la filosofia dell´artista. Se il kimono è indossato per sfilare, il Kung Fu è praticato per esibirsi, se il kimono è indossato come una pelle il Kung Fu resta spesso nascosto sotto i vestiti da occidentale e diventa un viaggio d´evoluzione personale.
Il calcio ha gli stessi schemi ovunque. 3-5-2 o 4-3-3 hanno lo stesso significato in Italia come in Cina, ma Qi ha inevitabilmente un significato diverso se pronunciato in Italia o a Shaolin, perché la storia e la cultura pesano e per comprendere il significato che la parola energia assume a Shaolin dovremmo respirare per diverso tempo un´aria di secoli di ricerca, tradizioni, meditazione, medicina e allenamento. Una cosa troppo difficile da fare, a volte impossibile se non per pochissimi soggetti e allora inevitabilmente il Kung Fu quanto passa ad ovest cambia senso.
2 risposte
Tutto vero. Lo stesso Bruce Lee nel mediare la sua cultura marziale ha occidentalizzato il suo metodo di insegnamento. Se da un lato il genuino impulso dell’arte marziale cinese ha trovato in occidente un ambiente alieno divenendo qualcosa di diverso, dall’altro tuttavia in casa, in Cina, l’ambiente è mutato attorno all’arte marziale, rinnegando, mettendo al bando o manipolando e strumentalizzando politicamente elementi della filosofia originaria.
Shaolin è una s.p.a. quotata in borsa, rimessa in piedi meno di 50 anni fa, con praticanti di regime e sta alla Shaolin dell’antichità esattamente come la chiesa cristiana cattolica di regime, con vescovi nominati dal Partito, sta alle prime comunità di 2000 anni fa.
I monaci fanno tourneè per il mondo, praticano wushu moderno e tecniche corpo di ferro per inscenare spettacoli da saltimbanco e VENDERE forme e diplomi ai turisti occidentali.
Noi occidentali difficilmente riusciremo a cogliere lo spirito più intimo dell’arte marziale cinese. La Cina è grande e sicuramente mantiene delle “sacche residue” di genuinità, ma se parliamo di Shaolin, stiamo parlando di occidente, perché è sì (ri)nata in Cina, ma per servire i palati degli occidentali. Shaolin è cinese (nel senso tradizionale e pre-regime del termine) quanto lo sono gli involtini primavera.
Sarebbe da fare un articolo: Kung fu ed il senso perduto ad est.