Kung Fu è l´”esercizio eseguito con abilità“, tuttavia spesso è difficile eseguire un compito con perizia, soprattutto se la suddetta abilità non è innata, bensì va ricercata con impegno. Abitudine e pigrizia fanno da ostacolo e si finisce con ricercare invece alibi che giustifichino il fatto di non provarci nemmeno.
Quando un problema sembra essere troppo “faticoso” da risolvere può aiutare scomporlo in problemi più piccoli in modo da trovarsi davanti un percorso ad ostacoli più bassi che sembra essere (e probabilmente lo è) maggiormente alla propria portata.
Succede anche nella pratica del Kung Fu, quando per arrivare ad eseguire un esercizio complesso si parte dalla propedeutica per poi proseguire col movimento successivo più complicato e via via si “costruisce” la performance finale, che così passa dal sembrare impossibile all’essere fattibile.
Nelle settimane scorse abbiamo iniziato a parlare di alimentazione che, è bene ricordarlo, è uno dei pianeti che compongono l’Universo Kung Fu, insieme alla medicina tradizionale cinese, alla cura della spiritualità e alla tecnica marziale. Abbiamo iniziato dicendo che il cibo è importante in quanto prima causa di malattie e prima fonte di cure, abbiamo spiegato che anche in cucina esiste il concetto di yin e yang e che esistono cibi che possono essere decisamente dannosi per la salute.
Per noi italiani l’arte culinaria è un caposaldo, motivo di orgoglio davanti al mondo intero e amiamo pensare alla cucina mediterranea come la migliore al mondo. Dal punto di vista del "gusto" non ci piove, purtroppo dal punto di vista della salute bisogna constatare che la cucina italiana non è il massimo e che per renderla più salubre andrebbero rivisti diversi elementi, a partire dall’utilizzo massivo di latticini, carne, grassi e zuccheri.
Il tipo di cucina migliore per la salute è quella macrobiotica che tuttavia esce sicuramente sconfitta sul piano del gusto e della vista (si inizia a mangiare con gli occhi e si prosegue con la bocca).
Per risolvere la diatriba tra salute e gusto si potrebbe scomporre il problema in passi più piccoli per arrivare a mangiare bene e sano.
Prima di tutto si può cominciare a comprare prodotti di qualità. Non sempre (per la verità quasi mai) la marca famosa è garanzia di qualità, quindi uno sforzo per leggere gli ingredienti e la provenienza di ciò che buttiamo nel carrello del supermercato può esere la prima forma di esercizio eseguito con abilità.
Poi possiamo sfidare maggiormente la pigrizia facendo dei piccoli cambiamenti nella tipologia di alimenti che mangiamo, ad esempio scegliendo il cibo integrale (riso, pane, sale, etc.).
Impegnandoci ancora di più possiamo limitare la quantità di prodotti non proprio salutari. Esiste un’ampia possibilità di scelta: zucchero, caffè, pane, formaggi, alcolici, dolci, carne, etc.
Volendo essere virtuosi potremmo sostituire alcuni dei suddetti prodotti con qualche alimento più "orientale" come seitan, tofu, acidulato di umeboshi, etc.
Infine per arrivare alla performance finale si può eliminare del tutto gli alimenti dannosi e imparare a cucinare quelli sani in modo gustoso per palato ed occhi.
Inoltre è bene ricordare che ognuno di noi è soggetto ad intolleranze, carenze ed eccessi che devono essere gestiti e bilanciati. Abbiamo una personalità anche a tavola e lo stesso alimento potrebbe essere indicato per una persona e dannoso per un’altra. Conoscere se stessi dovrebbe essere il primo esercizio da eseguire con accurata abilità. È forse il più complesso e lungo da eseguire, anche suddiviso in step, ma è vero che gli antichi maestri cinesi non dicevano <<Mostrami come fai Kung Fu>>, bensì <<Mostrami il tuo Kung Fu>>.