Negli ultimi tre mesi vi ho raccontato di donne che in qualche modo hanno intrecciato la loro vita con l´arte marziale, alcune con il Kung Fu altre con differenti discipline.
Tutte loro hanno avuto successo e fama; chi più chi meno, hanno trasformato e trasformano le loro conoscenze marziali rendendole accessibili al pubblico a casa, intrattenendo, appassionando e incuriosendo anche chi del nostro mondo non è pratico.
Origini diverse, sia geografiche sia artistiche, periodi diversi del loro successo, dagli anni d´oro della Shaw Brothers e del genere wuxia ai giorni nostri, alcune di loro conciliano l´attività sotto i riflettori con quelle della vita reale, come la gestione di corsi, gli allenamenti, gli studi, una famiglia.
Il post di oggi, però, non parla di nessun nome famoso.
Oggi scrivo di tutte voi, noi, praticanti e appasionate di Kung Fu e di marzialismo che non puntiamo al successo del mondo del cinema ma ci occupiamo del nostro successo personale.
Non aspettiamo che un talent scout ci scovi mentre ripetiamo i nostri esercizi ma ci alleniamo per imparare, per migliorare, per essere in grado di trasmettere un giorno quello che ci ha appassionato, per salire su un podio in gara ed assaporare la vittoria, per guardare al podio mancato promettendoci che la prossima volta saremo lì anche noi.
Siamo spesso mosche bianche in corsi a prevalenza maschile ma non passiamo inosservate, eppure, anche se sembra assurdo nel 2014 sentire certe affermazioni, esistono ancora i vecchi cliché che ci vogliono inferiori come capacità ai nostri colleghi uomini.
Chiariamo: in un confronto di pura forza bruta, anche a parità di allenamento, saremmo certamente svantaggiate.
Ma chi può affermare con certezza che tecnicamente una praticante donna non possa egualiare un uomo? Scioltezza e fluidità sono caratteristiche prevalentemente femminili; destrezza, agilità, concentrazione e resistenza sono altre qualità che l’arte marziale ci insegna a sviluppare.
A volte a portare avanti questi stereotipi è la paura del cambiamento, è stato sempre così e così deve continuare ad essere, altre volte l’ignoranza.
Ma con paura e ignoranza si rimane fermi, non ci si evolve.
Non necessariamente dobbiamo essere belle attrici per portare avanti la nostra passione a testa alta e non ci sono luoghi comuni che debbano fermarci.
I fatti parlano: la principessa Yongtai, prima fondatrice dello Shaolin “al femminile” più di 1500 anni fa è un esempio, così come la fondatrice del Wing Chun, Yim Wing Chun.
Per chi afferma che il Kung Fu sia uomo, la mi risposta è una sola: il Kung Fu è di tutti coloro che ne hanno passione, quindi sì, è anche donna.
2 risposte
Secondo me il Kung Fu è Yin e Yang; è uomo e donna, dunque, e non potrebbe essere altrimenti.
Faccio da anni Wing Chun lineaggio Leung Ting e devo ammettere che vi e’ un equilibrio tra la cedevolezza e la potenza poiche convivono e si sosseguono uno dopo l’altro senza interruzione . Percui non e’ ne Yin ne Yang ne femminile ne maschile ma entrambe le cose. E’ la bellezza delle arti interne.