iKungFu. Se l´arte marziale l´avesse inventata Steve Jobs

Steve Jobs e Bruce Lee

Argomenti del post

Steve Jobs e Bruce LeeNoi insegnanti vendiamo il nostro Kung Fu. Non tanto perché diamo lezioni in cambio di denaro, quanto perché quando arriva in palestra un potenziale nuovo allievo mettiamo in mostra il nostro "prodotto" nella vetrina delle spiegazioni di stile e della classica lezione di prova (gratuita), illustriamo le peculiaritá della nostra arte e le attribuiamo un costo. Se "il compratore" resta ben impressionato dalla nostra tecnica, marziale e di vendita, decide di acquistare la conoscenza pagandola con il denaro, ma soprattutto con la moneta dell´impegno e della costanza.
Il nuovo allievo, se continua a seguirci, col tempo diventa un affezionato (non un discepolo, termine di accezione negativa in Cina, come confermato anche da Christian Bachini nella nostra intervista), ossia qualcuno che ci sceglierà anche al cospetto dell’offerta di ottimi concorrenti.

Steve Jobs iphoneUn po´ come fanno gli affezionati utilizzatori dei prodotti Apple, convinti che <<Una volta che passi all´iPhone non torni indietro>>. È l´effetto della filosofia di Steve Jobs, centrata sull’idea che la tecnologia debba essere semplice, attraente, alla portata di tutti e soprattutto di elevata qualità.
Steve Jobs era un uomo con tante ombre quante luci: visionario ed intuitivo quanto maleducato ed egoista, un leader capace di idolatrare un collaboratore con la stessa semplicità con la quale poteva denigrarne un altro, curioso e perfezionista fino all’ossessione, amante dell’arte in tutte le sue forme, dalla musica alla pittura, dal cinema alla cucina e all’architettura.

Steve Jobs Kung FuSteve Jobs ha cambiato il mondo con il suo Kung Fu, con il suo esercizio eseguito con abilità. Ha plasmato la tecnologia con l’intento di renderla accessibile a chiunque, nello stesso modo con il quale Bruce Lee ha modificato l’arte marziale per renderla utlizzabile nella realtà della lotta. Bruce e Steve possedevano il talento che ha permesso loro prima di non cedere all’idea che per fare arte bisogna essere artisti e successivamente di ribaltare il punto di osservazione adattando l’arte affinché artista potesse diventarlo chiunque.

Se Steve Jobs avesse inventato il Kung Fu probabilmente non avremmo tanti stili attorno ai quali far ruotare le discussioni sull’efficacia in combattimento, non saremmo radicati nella classificazione di interno ed esterno, non saremmo circondati da maestri unici investiti dal maestro unico cinese; presumibilmente avremmo poche ed efficaci regole da seguire: mantieni il centro, se la strada è libera… entra, adattati all’avversario, sii acqua amico mio…
L’iKungFu non avrebbe lasciato nulla al caso, dai metodi di allenamento al colore del kimono, dai percorsi didattici alla libertà di espressione.

Ci sarebbe stato bisongo di Bruce Lee e del suo Jeet Kune Do? Quando Bruce è morto Jobs aveva 18 anni e non era ancora Jobs, ma nell’idea virtuale di convivenza nello stesso periodo storico, forse, l’iKungFu sarebbe stato il punto d’appoggio sul quale il Jeet Kune Do avrebbe fatto leva per sviluppare l’idea del non stile come stile. Inoltre, Bruce avrebbe potuto mettere in scena le dimostrazioni della sua proverbiale esplosività da contrapporre alla staticità delle posizioni tradizionali con la stessa meticolosa maestosità che Steve Jobs riservava al lancio dei prodotti Apple. Infine, probabilmente, non si sarebbe dovuto distinguere tra original e concept cosí come alla Apple, ai tempi di Jobs, non si divideva l’hardware dal software: l’arte non è divisibile da se stessa a meno di non perderne il senso.

Apple StoreSe Steve Jobs avesse invetato il Kung Fu forse saremmo tutti più artisti ed il potenziale nuovo allievo in cerca di insegnanti avrebbe messo piede in una palestra dallo stile Apple Store, certo di voler comprare il prodotto prima ancora che qualcuno provasse a venderglielo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *