I limiti sono solo mentali?

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paraolimpiadi scherma«Ciao, ho trovato il vostro recapito su internet. Mi piacerebbe cominciare a fare Kung Fu, però non ho mai fatto nulla e non sono più un ragazzino. Ci sono vincoli di età, sesso o di qualsiasi altro tipo?»
Domanda da un milione di dollari. Eppure la sentiamo spessissimo. Chi di voi fedeli — anche infedeli, speriamo sempre però che ci leggiate spesso, per cui «fedeli» non ha alcuna connotazione settaria o religiosa — lettori sia per caso anche un maestro, un istruttore o comunque un insegnante capirà bene. Se siete poi dei convinti praticanti della nobile arte cinese e avete incontrato qualche aspirante neofita vi sarete comunque scontrati con il suo “sondare il terreno” per capire cosa potrebbe pretendere da se stesso se solcasse le soglie di un kwoon.
L’argomento ha il suo perché: spesso chi si avventura per la prima volta nel mondo del Kung Fu lo fa perché ha visto qualcosa che i mass media gli hanno mostrato: film, miti, cartoon, leggende, racconti, etc. O magari ha un amico che lo fa da una vita ed è da tutti ammirato per le stupende e devastanti performance fisiche che è capace di fare. Quindi la prima domanda è: «Ma io, dico, sarò poi capace? Sto cominciando tardi e non ho mai fatto altro che dare tre calci ad un pallone e nemmeno troppo spesso…»
Personalmente, una cosa che mi è capitata spesso è questa. Un giovane, magari giovanissimo, neopraticante viene portato in palestra per la prima volta dal genitore. Quest’ultimo lo osserva, vede di che genere di disciplina si tratta, cosa facciamo e come lo facciamo. Viene a questo punto rapito dal fascino dell’oriente e della sua apparenza di invincibilità marziale e chiede: «per me è troppo tardi?»

nonna boxeQuando studiavo Kung Fu e ancora non insegnavo, c’era un mio amico già molto bravo nel Karate. Un vero appassionato, di quelli che ridimensionano la propria vita sull’arte perché più che praticare una disciplina la rendono il loro stesso stile di vita. Una della frasi che amava era «i limiti sono solo mentali». Frase di chiara condivisione leeiana, omaggio del vecchio Bruce. Proprio lui che spostava in avanti tutti i propri limiti tutto il giorno e tutti i giorni, non poteva evidentemente pensare che qualche piccolo ostacolo come l’età e il sesso potesse mettere i bastoni fra le ruote. I limiti mentali generano quelli fisici: liberatevi di essi e non vedrete più alcuna catena che imprigiona il vostro corpo. È infatti quello il punto: il Kung Fu è movimento e quindi corpo, e il corpo è prestanza fisica. La questione performance è quindi decisamente influenzata da età, sesso e quant’altro.
Letto in maniera superficiale e generale, da tutta l’erba un fascio, la frase è evidentemente un mito, un luogo comune che ha poca speranza di essere considerato vero da qualcuno che ha mezzo dito di cervello. Se infatti la interpretiamo come «posso fare tutto», la prima cosa che troveremo davanti a noi saranno proprio ostacoli insormontabili. Come molti praticanti di Jeet Kune Do interpretarono il «nessun limite come limite, lo stile del non stile» nel senso di «ognuno fa quello che gli pare e lo stile con cui lo fa è il suo stile», non si coglie nel segno il significato dell’espressione che vuole i limiti come esclusivamente mentali.

paraolimpiadiUna prima ragione è che la frase è impegnativa: se non la si condivide si creano gli alibi per non impegnarsi. «La mia gamba è troppo gamba, il mio braccio è troppo braccio» e quindi non ci si allena. Il limite qui non è però tanto nel braccio, quanto nel non provare a cercare nell’arte una strada che renda quel braccio utile per quanto esso possa massimamente essere. Esempio: un ciclista professionista fa un incidente in auto e perde entrambe le gambe. Un anno dopo lo si vede sfrecciare su una di quelle piccole bici che si muovono con la forza delle braccia. Fa le paraolimpiadi e le vince. Il limite è evidente: non ha le gambe. Ma viene trasformato in risorsa proprio perché vissuto come mentale. Se il ciclista fosse stato limitato dal fatto che il suo amore per lo sport non era plastico e quindi adattabile, allora sarebbe rimasto fermo: senza piedi non si pedala. Ma non essendo il limite per lui mentale, si ha che proprio quest’ultimo è vissuto più come un’occasione di cambiamento che come un ostacolo: questo perché nel momento in cui un limite diviene qualcosa di plastico e adattabile smettere di essere un limite.

parallele nonnaSimpatiche vecchiette che fanno le parallele con aria di attempate ma flessibilissime ginnaste, campioni paraolimpici, piloti che si reinventano a là Zanardi: gente per cui il limite arrivò come fisico, si portò dolorosissimamente sul mentale ma proprio qui venne sconfitto. E quindi poi, nuovamente sul fisico, si ripropose come una possibilità.

alex zanardiIntendiamoci: disgrazie come quelle capitate ad Alex Zanardi non sono facili da superare. Non è semplice in quelle situazioni credere che «i limiti siano solo mentali» e sentirsi dare anche del pigro senza palle se non ci si smuove. Ho citato questi casi estremi solo perché ci mostrano come invece, nella ben meno estrema problematica quotidiana del «sono stanco», «mi fa male qua», «è troppo tardi per cominciare», «sono vecchio» sia del tutto fuori luogo nascondersi dietro falsi alibi. Certo, se uno è stanco è stanco. Ma se diventa un leitmotiv allora…
Equilibrio ed onestà con se stessi: ecco la formula vincente. Non raccontatevela e credete in voi stessi, se volete potete fare quasi tutto. A patto che i vostri limiti siano plastici, e quindi non siano tali! Avete 60 anni? Difesa personale o Taiji sono più indicati del Wushu moderno. Ma anche quest’ultimo: non dovete mica andare a fare le optional al campionato del mondo. Se poi per voi fare Kung Fu è quello… non potete farlo, perché avete quel limite mentale di cui sopra: «o così, o niente».

karate nonnaLa bellezza del Kung Fu sta anche nella sua straordinaria varietà: se volete un posto all’interno del suo mondo, esso ve lo conserverà sempre. Se invece continuate a non rendervi conto che alcuni limiti sono davvero solo mentali, sarà sempre con essi che avrete a che fare, facendo la figura di chi, al teatro, dice ad un uomo cieco davanti a sé «scusi, non ci vedo» e quello gli risponde «neanche io».

3 risposte

  1. Per kung fu si intende quindi, in senso esteso, la capacità di eseguire un compito o un lavoro grazie all’abilità acquisita nel tempo con un duro addestramento. Nei libri e in alcuni film spesso i Maestri cinesi dicono ai propri allievi: ‘Nel tuo Wu Shu c’è poco Gong Fu!’ riferendosi al fatto che l’esercizio viene praticato piuttosto meccanicamente, anche se correttamente, ma senza l’ ‘abilità’ marziale che si acquisisce solo con l’esperienza.

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