I am Lao Shi Mo´ e ho insegnato il Kung Fu allo S.W.A.T.

lao shi mo

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lao shi moBuona pratica a tutti (per quel che serve, s´intende… a voi poco, non siete geneticamente portati per il Kung Fu), sono tornato a raccontarvi un po´ di cose serie. Cosí, tanto per stemperare ´sti toni qua, che ´sto magazine Kung Fu Life tiene. Un po´ seri, un po´ faceti, un po´ curiosità, etc. Secondo me scrivono cosí perché sono quattro gatti pivelli che non sanno nulla, troppo giovani per capirci qualcosa. Io, Lao Shi Mo´, invece, visto che ho 100000 anni so tutto. Quindi eccomi, sudditi. Per farvi capire la differenza con chi ne sa davvero, vi racconteró di alcune mie esperienze. Cioé, roba seria, mica pizza e fichi.

tiro a segnoAl corso di difesa da armi da fuoco, usate pericolosissimamente dai talebani nel film “Kill Bin”.

Voglio raccontarvi delle innumerevoli volte che ho fatto lezione di difesa personale e combattimento da guerra alle forze militari americane che sono le migliori in assoluto. E anche se non lo sono, chemmifrega: tanto ho fatto lezione di difesa militare a tutti, quindi pure alle altre nazioni. Quindi per forza avró azzeccato i migliori, anche se mó non mi ricordo chi sono. Sono andato lá e gli ho insegnato come sconfiggere in quattroequattrotto un talebano armato fino ai denti. Altro che Bush… ci vuole “Bush” a uscire vivi da un combattimento contro di me. Un gran “Bush”, fidatevi. Io ho insegnato allo SWAT il coltello, ai filippini il machete e agli israeliani a sparare.

cucinareEcco una mia lezione di machete ai praticanti di Kali filippino.

Me ne stavo tranquillo, un giorno di pioggia con Andrea e Giuliano che incontrano Licia per caso, quando mi passa sott´occhio una locandina di un tizio che fa Krav Maga Magó che dice che si occupa di formazione militare. Nuooooooooo… un affronto. Uno che si veste da Apocalypse Now… vi rendete conto? Era troppo: è evidente che io avrei fatto tutta un’altra figura vestito con il mio kimono fosforescente da Wushu. Cioè, volete mettere? Roba che un talebano già solo guardandomi resta accecato e non riesce più nemmeno a vedermi (beh, a parte quella volta in autostrada che mi scambiarono per uno dell´ANAS… ma questa è un’altra storia).

zenigataIl mio miglior allievo di combattimento militare allo S.W.A.T.

Quindi ho chiamato un mio amico, che ha un cugggino italo-americano… come come? Oh, no no, non lavora allo S.W.A.T. No, nemmeno all’FBI. Vive a Roccacannuccia, ed è italo-americano nel senso che si chiama proprio Italo Americano. Lavora nelle forze speciali che si occupano della lotta al traffico di minori nella tratta degli schiavi tra una sponda e l’altra della metropoli. Un lavoro pericolosissimo: fa il vigile urbano davanti alle elementari della metropoli ed è esposto a rischi incommensurabili ogni santo giorno. Poi in viaggio di nozze è stato a Washington e adora i telefilm S.W.A.T. degli anni 70-80. Un pubblico ufficiale Americano vicino allo S.W.A.T.: proprio quello che mi ci voleva. Lo chiamo e gli dico che deve dire alle forze speciali di Roccacann… ehm: volevo dire di Washington che farò un mini-corso di formazione di difesa militare. Gli dico che io non lavoro gratis, lui capisce ed io accetto le loro condizioni: pacchetto di cinque lezioni di un’ora in cambio di un caffé alla macchinetta ed una minerale da mezzo litro. Si, in effetti quando ho chiesto loro la bottiglia da un litro e mezzo, forse ho esagerato.

vigile urbanoIl mio fido collaboratore italo-americano, mentre salva dalla tratta degli schiavi alcuni minori.

Ecco il mio programma:
Lezione 1: pugni. Pugno del Buddha, della tigre, dell’orso. Ma soprattutto del cammello e del maiale: animali temutissimi dagli islamici.
Lezione 2: calci. Calci della gru, dell’airone, del gabbiano e del volatile cosiddetto Ralph "Daniel-san" Macchio. E poi calci tesi, frustati, caricati, spinti, calcini calcioni e calcetto (beh, quella volta finì così… scapoli contro ammogliati. Io tanto stavo in panchina).
Lezione 3: leve. Al polso, al gomito, alla spalla, alle dita: quella massaggiatrice thailandese era fantastica. Leve di sotto, di sopra, a destra, a sinistra e impararono così bene che mi levarono di torno.

lao shi mo locandina giovannonaLa locandina del mio corso di difesa militare, dopo le modifiche dei partecipanti.

Lezione 4: proiezioni. Roba da Hero, Fearless, La foresta dei pugnali volanti. Beh… io proposi &qcute;sti film, ma loro vollero proiettare Giovannona coscialunga disonorata con onore… con tanto di locandina del film, che prese il posto della mia locandina pubblicitaria.
Lezione 5: difesa da coltello. Fu un successo, anche se non capivo perché tutti parlassero di coltelli da fesa e non di fesa. Bah, sarà che sono ignoranti. Però quella volta fummo i trascinatori della sagra della fesa del tacchino di Roccacannuccia, proprio sotto il palco di Mimí O´cantastorie, già vincitore del Festival di San Remigio, patrono del paese.

lao shi mo swatIo ho insegnato alle forze speciali la difesa militare. Provate a dire che non è vero. Ed erano quelle dello S.W.A.T. C’è un talebano che vi rompe le scatole? Chiamate Lao Shi Mó: risultato garantito. Per chi non so, ma garantito. Il mio vecchio compagno di allenamento Bin ha deciso di lasciar stare kamikaze e dirottamenti aerei dopo che gli ho fatto il colpo segreto della gru volante al volante di una volante dello SWAT. Èd è morto come nonno Saddam, che è trapassato dopo cinque passi perché gli avevo fatto il colpo di Kill Bill. Infatti ora forse girano Kill Bin. Io sono imbattibile. E voi chi siete per parlare? Io militare, SWAT e tutto il resto.

filippinoIl mio miglior allievo in Kali e tecniche di coltello filippino , abilissimo tra l’altro anche con questa strana arma che vedete in foto.

Io, che ho insegnato a usare il machete ai filippini. Cavolo, non riuscivano proprio: e io che li pagavo pure a ore, giusto per due pulizie e quattro cose in cucina. E le pulizie ancora ancora ok, ma quelle dannate carote non riuscivano proprio a tagliarle. Ho dovuto tirar fuori un machete e spiegargli come diavolo si facesse il minestrone.
Emmó basta. Ho degnato voi della mia sapienza fin troppo. Torneró adesso a scrivere qualche commento in giro senza nemmeno leggere quello che sto commentando, tanto chemmifrega: sono sicuramente cavolate. Solo io so. E ovviamente, ora, anche i miei filippini.

Realizzazioni grafiche di Francesca "Fra" Sulis

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