Hung gar Kuen: le mortali dieci mani che uccidono

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wolverine - hung gar kuenViene in mente una di quelle sequenze di Ken il guerriero in cui Kenshiro colpisce con centinaia di pugni il suo avversario, mentre verbalizza il tutto nel suo tipico stile. Prima che il poveraccio esploda, saltava fuori la didascalia che diceva <<Sacro colpo dei cento pugni di Hokuto>>. Nello stile Hung gar Kuen, invece, i colpi sono più discretamente dieci. Le dieci mani che uccidono.
A dir la verità non si tratta affatto di colpi. Qualcuno le insegna come tecniche applicate o variazioni di dinamiche da difesa personale, ma generalmente un buon maestro lascia intendere che esse siano qualcosa del genere solo al principiante che ha bisogno di ordine. Per non fare troppa confusione, è meglio selezionarne dieci esempi. Le dieci mani che uccidono, però, non sono dieci tecniche, ma dieci principi fondamentali dello stile (Zanetti 2013). Prima di tutto, consideriamo il fascino della denominazione di questi metodi, seguendo in questo la classificazione che ne dà il maestro Maurizio Zanetti nel suo recente libro sull´Hung gar Kuen.

1) Po Pai Sau. Blocchi circolari e artiglio singolo della tigre

2) Seung Gwaa Choi. Doppio colpo appeso

3) Tung Tin Choi. Pugno che perfora il cielo

4) Cin Zi Sau. Mano dalle mille caratteristiche

5) Daai Maa Gwai Cou. Portare il cavallo alla stalla

6) Waan Wan Bau Hok. Reincarnazione della gru sazia

7) Fuu Paau Seung Kyun. Due pugni come tigre e leopardo

8) Seung Fu Zaau. Doppio artiglio della tigre

9) Wu Dip Jeong. Palmi a farfalla

10) Mou Jing Toi. Calcio sena ombra

hung gar kuen - sigungLa definizione delle dieci mani che uccidono come metodi, strategie e principi più che come tecniche ci permette di aprire il discorso verso molte soluzioni, decisamente di più rispetto a quando le consideriamo come semplici tecniche. Proverò, in questo e in diversi post successivi, a isolare le dieci mani che uccidono per sviscerarle un po´ in relazione alla loro struttura, ai principi che le regolano, alla loro interpretazione come semplici tecniche e alle convergenze che esse possono incontrare con altri stili e sistemi di combattimento.

xman wolverineQuest´ultima è una differenza non da poco. Se infatti ci limitiamo a considerare le dieci mani che uccidono come tecniche dello stile Hung Gar Kuen, avremo che l’unico stile in cui troveremo questo genere di applicazioni sarà proprio quest’ultimo. E alla fine, giustamente, non farebbe una grinza perché è proprio lui il vero padre di queste formidabili mosse. Quando però allarghiamo il nostro sguardo verso i principi che regolano le dieci mani che uccidono e le consideriamo quindi come metodi che possono in quanto tali generare molte tecniche, si troveranno necessariamente diverse convergenze con molti altri sistemi.

hung gar kuenChe ciò avvenga a ragione o a torto, dipende dal modo in cui interpretate le dieci mani che uccidono. Ma queste da dove derivano?
Sarebbero incluse nella forma Fu Hok Seung Jing Kyun, ovvero la forma “tigre-gru”, famosissima e una delle più importanti dello stile. Uno dei grandi padri dell’ Hung gar Kuen, Wong Fei Hung, avrebbe in qualche modo selezionato questi dieci metodi perché ritenuti da lui particolarmente efficaci per neutralizzare un avversario (Zanetti 2013, p. 120). Casomai anche ucciderlo: ed ecco che il nome di queste tecniche è più che giustificato. Si narra, infatti, che il Gran Maestro sostenesse che se anche solo uno di questi dieci metodi fosse andato a segno avrebbe subito terminato il combattimento. Un vero e proprio toccasana per noi, un vero e proprio veleno per il nostro nemico: vennero definite anche come le Dieci mani velenose.
Che le cose stiano così o meno è discorso da affrontare in altra sede, soprattutto perché abbiamo visto che non esiste un solo modo di intenderle. Tecniche precise o metodi, principi da cui derivano molte tecniche diverse?

hung gar kuenProveremo a rispondere a queste domande nei post successivi, e quando scrivo <<proveremo>> non intendo noi della redazione di Kung Fu Life, che più che dare risposte poniamo domande. È infatti molto più conveniente saper fare le domande, e molti insigni maestri dovrebbero ricordarsi che ogni tanto fa bene ascoltare anche le opinioni degli altri. “Noi”, dicevo, siamo proprio noi: noi e voi. Con le vostre opinioni, interventi, considerazioni sugli argomenti che noi — e questa volta si: noi di Kung Fu Life — proponiamo. Con buona educazione e buon senso. Fondamentale: Kung Fu Life non è una vetrina per mettere in mostra la propria bravura e saccenteria, andazzo abbastanza diffuso nelle riviste di arti marziali. Anzi: se siete studenti in formazione, datevi voce! Principianti, dilettanti, amatori e tutto il resto. Perché senza di voi, non ci sarebbero i maestri. Proprio come senza pubblico non esisterebbe il cantante. Tenete al caldo la voce e le mani sulla tastiera. Le mani, le dieci mani.

Bibliografia minima:

Zanetti, Maurizio, Hung Jia Kyun. Stile della famiglia Hung, Edizioni Caliel, Bologna 2013.

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