Highlander: il coltello del guerriero immortale

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highlanderQualche giorno fa mi trovavo in palestra qualche minuto prima dell´inizio della lezione nella quale insegno Infinity Martial System (IMS, stile fondato dal maestro Giuseppe De Rosa) e Jeet Kune Do (non-stile ipotizzato da Bruce Lee e fortunatamente di proprietà di nessuno). Aspettavo gli ultimi arrivati che dovevano mettersi scarpe e quant´altro, quando ecco che mi si avvicina un ragazzone alto circa 1,85 cm, bello gonfio di muscoli abituati ad attrezzi e pesi vari.

coltelloMi dice: <<Ciao, io sono sudamericano ma abito e lavoro qui in Italia. Tuttavia vado spesso dalla mia famiglia e laggiù le strade sono molto pericolose. Un mio parente stretto è stato addirittura ucciso da quattro tizi armati di coltello. Io voglio imparare a difendermi dal coltello per salvarmi la vita>>.
Io gli rispondo: <<Eh, pure io… il coltello è un gran casino. Tu per caso hai fatto già altre arti marziali?>>
Lui: <<No, solo pugilato>>, e mi indica il suo occhio sinistro il cui interno è un po’ malandato a causa dei pugni presi sul ring.

coltelloIo pratico Jeet Kune Do libero (oddio, è imbarazzante essere costretto a scrivere una ridondanza lapalissiana simile… come dire “l´acqua bagnata” o “il fuoco rovente” o ancora “un cadavere senza vita”… costretto dalla diffusa e confusa sistematizzazione di un concetto che lascia liberi solo oramai di obbedire), quindi potete immaginare quanto la mia stima delle abilità combattive di questo ragazzo siano in quel momento aumentate. Coadiuvate non poco dalla sua stazza imponente, che non fa mai male.
Gli dico allora: <<Bene, allora se vieni aggredito da un malintenzionato armato di coltello hai già qualche arma in più: se usi bene il lavoro di gambe e riesci a tenerlo a distanza mentre però gli metti un bel gancio da KO hai la possibilità di uscirne, in qualche modo>>.
Lui: <<No, voglio imparare un’arte marziale che mi consenta di disarmarlo e annullarlo. Primo: perché se i miei avversari armati sono tre o quattro la boxe non mi servirà. Secondo: perché molto spesso il coltello, lì da dove vengo io, non te lo fanno vedere fino a quando non te lo ritrovi in pancia>>.
Sul momento, resto perplesso. Mi vengono in mente tutti quei tizi che mettono filmati su Youtube e Facebook dal titolo “Il mito della difesa del coltello” et similia. Personaggi che sconfessano i praticanti di disarmo in stile Aikido, Kali, Jujitsu, Krav Maga e Qin Na, rei di aver a loro avviso un approccio del tutto teorico e irrealistico. L’attacco con il coltello non è singolo, prevedibile, con il braccio che dopo l’affondo resta lì ad aspettare la tecnica di disarmo. Reality vs simulation e così via:

Guardo questo ragazzone sudamericano e penso alla mano nuda. Come per il coltello, ci sono anche i critici dei praticanti “simulation” di mano nuda: gente che può acchiappare i polsi all’aggressore e fare leve e proiezioni solo perché non si rende conto che gli attacchi contro cui si allena sono pugni singoli, prevedibili e con il braccio che dopo resta lì a penzoloni ad aspettare. Uguale uguale al coltello. Lo guardo e penso che di solito sono proprio i pugili quelli che guardano i teorici delle arti marziali con aria scettica e dicono loro: <<Mmm… si, ma tu l’hai mai preso davvero un pugno? Perché i pugni mica te li danno così. Altrimenti sarebbe fantastico>>. E invece lui no, voleva studiare le arti marziali perché mettere eventualmente KO un aggressore armato di coltello non gli bastava. Bisognava metterne KO quattro o cinque, dopo averli rapidamente disarmati, e prima che tirassero fuori il coltello.

coltello baionettaLo guardo e gli dico: <<Mmm… il coltello è veramente un casino>>. Poi gli spiego che da noi non troverebbe un corso di disarmo ma una serie di metodi e strategie atte ad aumentare le probabilità di salvarsi la vita cercando di ledere seriamente l’aggressore. Molti di questi metodi hanno alla base uno charme pugilistico, di jeetkunediana memoria. Cerco poi di suggerirgli che forse quello che sta cercando non esiste, almeno non nel modo in cui lo intende lui. Mi spiego. Se sta cercando un tipo di allenamento volto a:
1) esaminare una situazione come quella di un’aggressione da parte di quattro uomini armati di coltello;
2) fare in modo di non soccombere totalmente alla paura così da mantenere un attimo di lucidità che non precluda l’azione;
3) cercare con un buon mix di intelligenza, tecnica e istinto di aumentare le già minime possibilità di non tornare a casa vivi, cioè da cadaveri morti, touchè;
allora può restare e allenarsi con noi.
Se invece sta cercando un’arte marziale che sistematicamente ti insegna a disarmare quattro uomini armati di coltello anche prima che tirino fuori l’arma, proprio non facevo per lui.

A parte la pittoresca figura che le arti marziali fanno davanti ad una visione che le descrive come antidoto infallibile contro più persone armate di coltelli, c’è anche quella assurda e silenziosa supposizione che possano prevedere un seppur imminente futuro. Certo, se si tratta di un combattimento possono affinare la capacità di cold reading nel momento in cui affinano l’intuizione di come si svolgerà il prossimo attacco dell’avversario considerandone postura e movimenti. Ma se si tratta di un tizio che si avvicina facendo finta di niente e dissimulando del tutto la propria intenzione di ucciderci, beh, non possono prevedere il futuro. Le arti marziali esistono solo dopo che il combattimento è almeno minimamente dichiarato: prima c’è solo ipotetica diffidenza che non ci è data dalle arti marziali, ma dal contesto.
Per quanto siate supermaestri di disarmo e difesa personale, sono convinto che se mi infiltro alla festa di compleanno del vostro migliore amico e mi avvicino a voi da dietro mentre sorseggiate lo champagne, armato di coltello finto, vi "ucciderei" senza alcun problema. Perché? Perché il contesto non vi consente alcuna attenzione, alcun cold reading. La mia intenzione di uccidervi non sarebbe per nulla dichiarata, quindi di fronte a me sareste proprio come un non-praticante medio e sprovveduto di qualsiasi dote marziale.

magic martial artsHo cercato di suggerire a questo ragazzo che le arti marziali non sono discipline esoteriche con segreti soprannaturali e che non fanno acquisire un sesto senso da veggente. Al massimo un settimo senso, ma nemmeno troppo spesso. Non credo di esserci riuscito, come spesso mi è capitato durante alcune lezioni tenute nelle scuole della mia zona. In quel contesto, nello specifico, mi è capitato di dover districarmi in mezzo a discorsi del tipo <<Ah OK, sei veloce e fluido. Ma se ti passo sopra con l’automobile cosa fai?>>. Mia risposta, ovviamente ironica e divertita: <<Beh, ovvio: Jackie Chan, salto>>. E, vi giuro, controrisposta: <<Eh però se ti accoltello mentre dormi…>>.

E se ti viene un tumore? Se ti colpisce un fulmine? Un infarto? Un branco di tigri affamate? Capite: c’è gente che è convinta che le arti marziali siano sistemi per diventare immortali. È per questo che cercano di invalidare un tentativo che in realtà voi nemmeno state mettendo in atto, ovvero proprio quello di diventare invincibili. Sono loro che pensano che le arti marziali siano così potenti, mica noi. Noi non avremmo alcun bisogno di dimostrarlo perché non ci crediamo. Non sempre, almeno. No aspetta… qualche volta si. Anzi, spesso. Eh si: ce ne sono di maestri che credono di curarsi con la magia marziale, figurati se non ci sono quelli che si sentono immortali.

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