Oggi si parla di curiosità, di un incontro tra le arti marziali e il dio dello sport italiano: il calcio. E no, non si tratta di una recensione al film Shaolin soccer, ma di quel particolare connubio di calci al pallone-alle persone che è Zatlan Ibrahimovic. E se mi chiedeste per quale ragione non compare nel post Cinema e arti marziali: chi non diresti mai che sia un guerriero, la ragione non sarebbe che Zatlan non è un attore, produttore o regista hollywoodiano. Anzi, probabilmente non sfigurerebbe nemmeno, data la sua nota propensione alla teatralità. Direi invece che non vi compare perché lo si direbbe eccome, che sia un guerriero: quantomeno un attaccabrighe, un provocatore, un po´ rompiscatole.
Con quella sua aria a lá Emin Boztepe, che guai a criticarlo durante un’intervista: su la guardia in&fuor di metafora, a meno che non sia in collegamento da bordo campo. A quel punto sareste salvi, almeno sul momento. Sia mai che, boztepianamente, non decida di venirvi a beccare sottocasa per farvi fare la fine del povero William Cheung.
Però, ragazzi, che giocatore. Un campione, non c’è da dubitarne. I numeri parlano da sé: più di 600 gol in carriera, e ancora ha intenzione di farne. Ma poi goal, si, ma che goal: funamboliche acrobazie da Jackie Chan. Zatlan esordisce nel mondo del calcio nella squadra svedese del Malmӧ, ma i riflettori con la R maiuscola si accendono quando viene acquistato dall’Ajax nel 2001. Si fa notare, e la Juventus decide di puntare su di lui: trascorre due stagioni in bianconero, durante le quali lascia emergere le sue grandi doti. Di calciatore-al-pallone, con 26 gol, e di calciatore-alle-persone, prendendo a calci Cordoba e a testate Mihajlovic. Forse memori della sua prodezza su Cordoba, nel 2006 l’Inter decide di acquistarlo e fa benissimo: i neroazzurri vincono due scudetti con Zatlan a dir poco protagonista. In tre stagioni segna 117 gol e vince tre scudetti.
A quel punto è diventato troppo forte per rimanere in Italia e come al solito i giocatori troppo bravi finiscono al Real Madrid o al Barcellona. Zatlan va a fare coppia con Lionel “la pulce” Messi in blaugrana per vincere altri titoli importanti. Tuttavia, in una squadra piena di fenomeni, emerge un po’ di meno e si trattiene al Barcellona solo un anno, alla fine del quale viene richiamato in Italia dal Milan di Allegri, che vincerà poi lo scudetto. Già, dove va Ibra si vince! Una magia: si comincia a urlare <<Ibra-cadabra>>. Alla magia bianca si affianca però anche la sua tipica magia nera da stregone boztepianamente marziale: salta cinque partite per squalifica a causa di un Faak Sao al difensore del Bari Marco Rossi, prende a parolacce un guardalinee, tira un Pak Sao ad Aronica del Napoli e si fa dunque notare ancora.
Non si sa se per meriti sportivi o marziali, ri-diventa troppo forte per giocare in Italia e arriva dunque il Paris Saint Germain a rubarselo. Ibra-cadabra e si rivince il campionato, a suon di suoi gol. Zatlan milita tuttora nel PSG e continua ad incantare le platee francesi ed europee. E mondiali, non dimentichiamo: lo sappiamo bene noi italiani, che siamo stati mandati a casa da un suo gol “marziale” agli europei 2004, quando tirò in cielo una gamba per mettere di tacco un pallone all’incrocio che nemmeno Buffon poté raggiungere.
I suoi gol e assist in cui metteva le gambe in cielo hanno fatto gridare allo Shaolin soccer tutti i media del caso, a volte decisamente poco informati. Dire infatti che Ibra abbia messo a segno gol “a colpi di Kung Fu” è sbagliato perché Zatlan è cintura nera di Taekwoondo. La verve è però sicuramente provocatoria e spesso irrispettosa e ha confermato nei media il luogo comune dell’equazione arti marziali = aggressività. Nel mondo del calcio, però, può anche fare il gatto tra i polli, visto che i calciatori faranno pure a botte, ma che sappiano farlo è tutt’altra cosa. Anzi, spesso basta sfiorarli che cadono come se un cecchino avesse sparato loro dagli spalti. Altro che il “non conta se cadi ma come ti rialzi” del nostro Rocky Balboa.
Ma che succede a fare il gatto tra le tigri vere, cioè tra i veri combattenti? Non lo sapremo mai, dato che a Zatlan probabilmente interessa poco perdere la faccia scontrandosi con un vero marzialista. E avrebbe potuto: sembra che un judoka lo abbia sfidato in combattimento. Mai avvenuto, naturalmente: doveva trattarsi di un match di MMA in cui il campione mondiale e olimpico Teddy Riner: uno Zatlan senza alcuna possibilità di vittoria. Parole forti, con tanto di dichiarazione pubblica. Eppure lo scontro mai avvenne e fa strano, dato che Ibra non ha perso mai occasione di minacciare di KO Guardiola e Materazzi.
Non lo sapremo mai, ma intanto possiamo apprezzare i suoi fantastici gol “marziali”. Certo, Emin Boztepe le sfide le accettava…