Le forme di Kung Fu sono lo specchio dello stile. Che sia Shaolin o Tang Lang, dal Tai Ji fino al Wing Chun, un occhio esperto che osserva un kungfuista eseguire una forma probabilmente riesce ad identificarne lo stile dopo poche tecniche. È la caratteristica del Kung Fu. Un´arte suddivisa in arti, una disciplina divisa in forme per riconoscerne le radici, identificarne la filosofia e consentire i confronti.
Sui nostri occidentali tatami è consuetudine identificare lo stile con le forme, al punto che i progammi di esame sono classificati in base alle forme richieste al candidato… un livello superiore si rispecchia in forme più complesse e viceversa non si possono apprendere lu avanzati fino al raggiungimento di un determinato grado tecnico.
Eppure le forme non sono il Kung Fu. È riduttivo confinare un´arte illimitata nel perimetro dello schema di un combattimento mimato, anche se tale “scontro immaginario” richiede l´esecuzione precisa delle tecniche e delle movenze che caratterizzano la modalità di lotta dello stile.
Più volte i post di Kung Fu Life hanno posto l´accento sulla diatriba che vedeva come protagonista l´efficacia delle forme di Kung Fu nell´ambito del combattimento reale. E più volte il risultato è stato un verdetto di insufficienza: le forme non sono adatte al combattimento da strada, proprio per la loro pretesa di muoversi in posizioni di base ignorando la dinamicità dei combattimenti delle strade moderne.
Allora perchè negli stessi tempi moderni e dagli stessi praticanti che le hanno giudicate inadeguate alla lotta continuano ad essere idolatrate? Perché l´impressione è che senza forme non ci possa essere il Kung Fu tradizionale?
Le forme di Kung Fu sono una metodologia di allenamento che vuole estremizzare lo sviluppo delle abilità. Invece di allenare una singola tecnica o una sola parte del corpo è possibile eseguire un addestramento completo coinvolgendo tecnica, fisico, mente e spirito in un esercizio complesso che richiedendo concentrazione, coordinazione, resistenza, velocità, equilibrio e controllo consente al praticante un´evoluzione integrale.
Non sono però l´unica modalità di allenamento ammessa dal Kung Fu.
Pensiamo ai video che mostrano l´addestramento dei monaci Shaolin. Nelle immagini che scorrono davanti agli occhi increduli dei non addetti ai lavori ed agli sguardi affascinati dei praticanti si scorgono monaci impegnati nei più disparati esercizi di potenziamento, stretching o meditazione che coinvolgono uno o pochi elementi del loro Kung Fu: calci, fortificazione delle parti del corpo, destrezza, scioltezza, armi, etc. E naturalmente le forme… ma come espressione finale dell´abilità acquisita. Infatti nelle forme mostrate in questi video sono evidenti le ore di pratica spese su ogni singolo elemento. Ore che possono essere messe a frutto in un allenamento superiore quando ogni tessera del puzzle occupa il suo posto in perfetta coesione con le altre tessere.
Il kungfuista racchiude nella forma tutto il suo Kung Fu. Ne evidenzia le peculiarità e nell´esecuzione racconta il viaggio che ha lo ha portato a saper fare quelle tecniche, quei movimenti, svela i segreti del lineage di stile e ne interpreta la storia. È un esercizio superiore che per essere compreso necessita di estenuanti ore di allenamento e di studio, altrimenti è la ripetizione di uno schema vuoto nel quale un qualsiasi movimento può essere rimpiazzato da qualunque altro senza modificare di una virgola il senso.
Spesso in Occidente insegnamo le forme concentrandoci sulla memorizzazione dello schema, pensiamo di saper fare una forma quando ricordiamo la sequenza ed intanto smarriamo il senso e svuotiamo l´esercizio dei suoi significati.
Meglio sarebbe restituire alle forme di Kung Fu il loro ruolo di comprimario, una delle espressioni dell´arte marziale, non l´unica. Le forme sono lo specchio della disciplina. La caratterizzano, ma non la identificano. Sono un´esibizione dell´ego di stile, che per natura necessita di un palcoscenico e di un confronto, perché senza specchio non si può conoscere la propria identità.
2 risposte
Carissimo Cristian Gosti, faccio i complimenti per il sito rivolto al kung fu, ma in diversi post mi imbatto in conclusioni alquanto di parte sul kung fu tradizionale e sullo studio di forme e così via dicendo. Questo fa trasparire una certa opinione comune che lo studio del kung fu tradizionale sia utile a ben poco , in confronto al vero allenamento del combattimento moderno, o da strada. Credo invece che non si capisca perchè vengono studiate i tao lu nei minimi dettagli e perchè sia ancora forte lo studio di questo settore. In primis, la forma non è un mezzo per esibizione, ma un laboratorio di studio personale, dove sono insite principi di radicamento, movimento, spostamento, difesa, attacco, ecc. o più precisamente per imparare a muovere con il proprio centro e con la propria energia, cioè mettere in relazione il sistema muscolare al sistema fasciale. Capisco che questo risulti noioso per un combattente che sfoga la sua collera su di un sacco. Detto questo c’è molto altro ancora che non viene esaminato e non viene capito nelle forme, tra cui corretta struttura, rilassamento del corpo, respiro, intenzione. La forma diventa molto più complessa che tirare un pugno su di un colpitore, o imparare una semplice coerografia di movimenti vuoti senza significato. Ora io non sono critico, secondo la mia esperienza ci vuole sia uno studio approfondito sul kung fu tradizionale ma anche il rapporto diretto al combattimento ed il giusto confronto, certo è che il primo è molto più noioso per molte persone rispetto a mettersi un paio di guantoni e combattere. Ma a volte mi chiedo, chi combatte, magari senza una base tradizionale, non lo fa anche per “l’ego” di aggiudicarsi un titolo e salire in pedana? Senza uno sfidante con cui avere un confronto con chi combatto, contro me stesso? Dovrò avere sempre qualcuno con cui battermi per dimostrare la mia supremazia o il mio fallimento, magari di fronte ad un pubblico scalpitante.
Ciao Diego.
Sul blog esistono diversi post che analizzano il combattimento “reale” in confronto alle forme, con un’effettiva presa di posizione, tuttavia non è questo il caso… In questo post ho voluto porre l’accento sulla quella visione del un Kung Fu che lo identifica esclusivamente con le forme, ossia “le forme sono il Kung Fu”. Ma non le ho screditate … anzi … ho scritto che sono “un esercizio superiore” proprio per i principi che tu stesso citi. Ho scritto che “Il kungfuista racchiude nella forma tutto il suo Kung Fu”, come risultato di un percorso complesso ed evolutivo. L’inghippo è ridurre lo studio del Kung Fu all’apprendimento delle forme, allora il lu risulta un esercizio d’ego che perde i significati che tu hai ben espresso e che condivido a pieno. Personalmente ritengo la forma un fantastico metodo di allenamento ma il Kung Fu va oltre la ripetizione del lu …