L´universo del Kung Fu inteso in tutte le sue molteplici sfaccettature e piú in generale dell´allenamento complementare per migliorare il proprio stato di forma come artisti marziali è pressoché infinito; è quindi facilissimo credere in Veritá che riteniamo essere assolute che possono rivelarsi convinzioni errate.
Il piú delle volte sono "errori" di gioventú, ció che ci manca è solo l´esperienza. Cerco di spiegarmi meglio: pensiamo alla yu be la posizione iniziale nella nostra amata arte marziale, è la prima cosa che impariamo nel Tradizionale. Quando iniziai a praticare Kung Fu ero un vero disastro e la sola cosa che notai fu la posizione innaturale da assumere all´inizio di ogni forma: dentro di me pensavo a tanti cinesi che da secoli pensavano la stessa cosa e poi si adattavano nella consuetudine della gestualità tipica. Solo dopo molti allenamenti, con relative correzioni e spiegazioni da parte del mio maestro capii fino in fondo il valore di quel gesto anche e soprattutto dal punto di vista fisico cogliendone l´aspetto allenante.
Pensiamo tuttavia anche a qualcosa di piú semplice e meno simbolico: a volte infatti si puó padroneggiare perfettamente la tecnica di un esercizio nella convinzione di allenare quello specifico distretto muscolare. Sbagliando in quella convinzione e perseverando nel tempo nella nostra idea inesatta.
Fra gli errori piú comuni che si possono commettere entrando in una qualsiasi palestra sicuramente l´accoppiata addominali e alzate di ginocchia in sospensione sono un grande classico, un evergreen oserei dire (mi duole ammetterlo parlo per esperienza personale!).
Vediamo prima insieme l´esecuzione dell´esercizio per poi approfondire questo piccolo/grande equivoco.
I più forti di noi, per quelli che hanno una presa micidiale, possono tranquillamente eseguire l´esercizio come è stato concepito ovvero appesi ad una sbarra, diversamente esistono, fortunatamente, dei praticissimi appoggi per i gomiti e avambracci che culminano con un´impugnatura che rendono la vita estremamente più facile.
Distendiamo completamente le gambe facendole penzolare nel vuoto, ma avendo cura di tenerle unite: questa à la posizione iniziale. A questo punto solleviamo le ginocchia verso avanti/alto piegando le gambe, cercando di raggiungere la posizione piú alta possibile che è idealmente rappresentata dal nostro petto.
Qui nasce il "qui pro quo": in realtà gli addominali fino a 90 gradi, quota all’incirca massima che l’esecutore medio raggiunge, lavorano in maniera secondaria, dato che principalmente attiviamo i flessori dell’anca, mentre vengono reclutati primariamente solo superata questa angolazione e avvicinando le ginocchia al petto.
Una volta a conoscenza di ciò che si sta allenando realmente e dopo aver rimediato ai propri errori e, dopo esserci rimasti molto male come è capitato a me, abbiamo un inaspettato piccolo vantaggio: come per magia infatti si acquisisce velocemente una percezione più sensibile dei muscoli coinvolti in questo workout e questo ci permette di coinvolgere e contrarre volontariamente gli addominali se vogliamo attaccarli e, se proprio non dovessimo riuscirci, per lo meno abbiamo coscienza che esistono esercizi più efficaci per allenare l’addome.
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