<<Siamo in una fase della ricerca in cui non possiamo piú negare il rapporto tra materia ed energia. Viviamo in un mondo e in un universo fatto di materia ed energia.>>
Sono le parole di Andrea Penna, medico e chiurugo, studioso ed esperto di agopuntura, omeopatia, fitoterapia, spagiria, iridologia, meditazione trascendentale e ipnosi. Uno skill che sposa le filosofie occidentali e quelle orientali. Non uno stregone, un mago che accende le lampadine col pensiero e neanche un fatidico maestro che ferma gli avversari senza neanche sfiorarli. Un medico occidentale (questo il suo sito web).
<<Noi medici abbiamo studiato sistematicamente la materia di cui siamo fatti; ora è tempo che dedichiamo pari impegno a studiare sistematicamente l´energia di cui siamo fatti. Il nostro libero arbitrio diventa accettare o no tutto ció[…]>>
In altre parole il dott. Penna sostiene che è arrivato il momento di scoprire in Occidente ció che è ormai noto da secoli in Oriente: l’energia è parte integrante della materia. Non è un concetto totalmente nuovo se qualche tempo fa un certo Albert Einstein asseriva che E = MC², ossia che la massa è una forma di energia. Tuttavia Andrea Penna aggiunge un elemento fondamentale: il libero arbitrio diventa accettare o no, non credere o meno, bensì rendersi conto che siamo energia e iniziare ad informarci in tal senso.
Noi praticanti di Kung Fu siamo avanti, perché trattiamo di Qi da secoli. Qi alto, Qi basso, espressione e conservazione del Qi; abbiamo interi stili fondati sulla gestione del Qi. Abbiamo (purtroppo) anche diversi "maestri" che attraverso l’energia si difendono e colpiscono gli avversari da distanze che non consentono il contatto fisico. Insomma siamo esperti di energia a 360°.
O almeno dovremmo esserlo… perché spesso anche nel mondo Kung Fu il Qi resta una superstizione filosofica alla quale credere o meno. Discutiamo di Kung Fu in termini di efficacia, stile, forme, combattimento e difesa personale, ma mai in termini di abilità nella gestione dell’energia, non siamo abituati ad introdurre il Qi Gong nei confini dell’arte marziale, nonostante i maestri cinesi ai quali guardiamo come punti fissi di riferimento facciano dell’esercizio dell’energia un fattore di crescita marziale fondamentale.
L’energia non si vede se non come espressione attraverso la materia, non ha odore, sapore e non si può udire o toccare direttamente, quindi per noi Occidentali è soggetta a libero arbitrio. Non nella forma piú empirica, perchè la tesi della relatività la accettiamo come teorema principe della fisica moderna, così come il principio che l’energia si conserva in un sistema chiuso, ma poi se ci addentriamo per i sentieri impervi del Qi e dei meridiani che ne consentono il flusso tutto si trasforma in qualcosa simile alla superstizione.
Nel numero 9 di Kung Fu Life, nell’articolo "L’energia, mistero della fede" viene citata la pagina Wikipedia dedicata al Qi che riporta in alto il seguente "avvertimento”": <<Le pratiche qui descritte non sono accettate dalla scienza medica, non sono state sottoposte alle verifiche sperimentali condotte con metodo scientifico o non le hanno superate. Potrebbero pertanto essere inefficaci o dannose per la salute>>.
In realtà non siamo così esperti delle arti delle quali ci professiamo artisti e intanto la materia fa Kung Fu meglio di quello che riusciamo a fare noi…