Si è parlato spesso di donne e di Kung Fu qui a Kung Fu Life.
Di come il Kung Fu sia – anche – "donna", prendendo spunto dalle star del mondo del cinema che si cimentano con le arti marziali cinesi nella vita reale oltre che sul set dei loro film; di come le donne ed il Kung Fu siano legati al di lá del pregiudizio che ci vuole inferiori, meno capaci, meno dotate di quelle caratteristiche che contraddistinguono questa disciplina; di come il Wushu, nella sua definizione piú completa di arte marziale, possa diventare uno strumento di riscatto delle donne dalla loro condizione di vittime, in realtá difficili del mondo.
Sará perché, qui in redazione, rappresento il genere, sará perché fin da piccola ho praticato fieramente le arti marziali senza sentirmi da meno rispetto ai miei compagni dell´altro sesso, sará perché fortunatamente sono nata in una parte del mondo dove mi si è potuta offrire la scelta sul fare o meno un´attivitá sportiva e cosa praticare. Insomma, il tema mi è particolarmente caro.
Il Kung Fu appartiene a chi lo pratica e lo studia con passione, indipendentemente dal proprio genere.
Ma in certi paesi in cui la sicurezza è un lusso, per tutta la popolazione ed in particolar modo per le donne, è importante che il Kung Fu sia donna.
Vi avevo raccontato la storia di Fareeha Tafim, una giovane indiana che contro al desiderio della sua stessa famiglia, ma appoggiata dal padre, aveva iniziato a praticare la disciplina marziale cinese come mezzo di difesa personale in un paese dove il tasso di violenza sulle donne è cosí alto da portare l´India al quarto posto tra le nazioni col maggior numero di abusi sessuali (fonte: italian.irib.ir).
Questa volta ci spostiamo in Afghanistan. La notizia è riportata da Reuters, agenzia di stampa britannica, ma la potete leggerne un riassunto in italiano a questo link.
Si parla di una scuola di Wushu di Kabul dove la giovanissima Sima Azimi, appena ventenne, insegna l´arte marziale appresa in Iran ad un gruppo di coraggiose donne e ragazze che sfidano i pericoli del loro paese tormentato dalla piaga del terrorismo oltre che dalla violenza.
Il Kung Fu diventa strumento per il benessere del corpo e della mente, oltre che un sistema di difesa personale, come afferma la ragazza che sogna di vedere un giorno le sue allieve prendere parte e vincere medaglie a livello internazionale.
E il padre, Rahmatullah Azimi, primo sostenitore di Sima, auspica di riuscire ad attirare nella loro scuola di Wushu anche ragazze di gruppi etnici diversi dal loro.
Un´altra bella storia che stringe il legame tra donne e Kung Fu.