Discipline paramilitari contro arti marziali

rambo shaolin

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rambo shaolinMi sono spesso trovato a discutere con persone piú o meno ferrate nelle arti marziali e si puó dire che esista una generale opinione comune sul fatto che una disciplina marziale di derivazione paramilitare sia assolutamente piú efficace di quelle di stampo "civile". Krav Maga e Systema dovrebbero quindi farla da padrona su Wing Chun e Jeet Kune Do, per esempio. Eppure a mio avviso non è quasi mai cosí: ritengo invece queste ultime due discipline decisamente piú efficaci.

discipline paramilitariPiccola parentesi: il confronto tra discipline è spesso sterile perché manca la variabile individuo. Noi di Kung Fu Life lo sosteniamo da sempre. Tuttavia è evidente come sia possibile ragionare non in termini di efficacia personale ma in quelli di valutazione media. Voglio dire: un combattente di Taijiquan potrebbe battere sicuramente un fighter di Muay Thai, ma è piuttosto improbabile che su 100 incontri di 100 praticanti di Taiji contro 100 di Muay Thai la media delle vittorie propenda per i guru dell’energia interna.

Va da sé dunque che commentare <<Eh peró mio cuggggino che fa Systema da 1000 anni ha sconfitto in quattroequattrotto un maestrone di Wing Chun che era più forte di Boztepe>> non centra il punto. Mediamente, sono convinto che siano molto più efficaci Wing Chun e Jeet Kune Do.
Seconda parentesi: sempre in media, dico Wing Chun e Jeet Kune Do e non il Kung Fu. Purtroppo quest’ultimo paga il suo incredibile innamoramento per le forme, gli esotismi e le vanità di cinture, kimono e alamari. Troppo fumo per poco arrosto, troppa attenzione alle diatribe tra scuole e federazioni. Troppi <<Venite a praticare lo stile del Maestro Ping, l’unico autorizzato da Pong e quindi il solo e unico e vero stile Ping Pong>>.

Le discipline paramilitari sono quindi in media più efficaci delle altre? Secondo me no. Alcuni risponderanno che la ragione sta nel fatto che quello che ci propongono in corsi e palestre nella nostra società dabbene sono lontani surrogati di ciò che realmente fanno i militari. Loro si che sono dei killer, dei Jason Bourne capaci di uccidere a mani nude. La difesa personale a livello civile è invece una gran fuffa commerciale, intrisa di fama, denaro e arrivismo.

krav magaCi potrebbe pure stare, ma sinceramente io non ho ancora trovato militari più preparati dei migliori maestri di arti marziali in circolazione. Chi consacra la propria vita all’arte marziale comincia a viverla continuamente, ad allenarsi tutti i giorni. Il soldato non ha tutto questo tempo per imparare a menare le mani: per lui ha molto più senso imparare a sparare, a guidare un carro armato, a gestire operazioni strategiche e gruppi di assalto. Nei secoli, la guerra ha sempre più rinunciato al contatto a causa dell’incalzare della tecnologia: le spade furono sostituite dalle armi da fuoco, queste ultime in seguito da vetture, aerei e navi cariche di armamenti a lunga gittata. Ci furono poi ancora le bombe, sempre più letali, e oggi si parla di guerre batteriologiche, in cui veramente il lavoro sporco non lo fanno più nemmeno gli uomini ma i microorganismi.

fight club protagonistiNoi delle arti marziali, invece, siamo rimasti fedeli alla classica scazzottata. Che è però stata resa vera e propria forma d’arte: mentre i militari si allontanavano per colpire l’avversario da un posto sicuro e coperto, noi continuavamo a darcele di santa ragione stando vicini vicini. Mediamente, quindi e ancora mediamente, credo che per un combattimento stile Fight Club sarebbe molto più preparato un pugile, un thaiboxer, un lottatore di MMA, un Wing Chun-man o un Jeet Kune Do-ka. Krav Maga e Systema hanno di sicuro l’aria delle discipline importate in occidente per essere vendute al grande pubblico, ma quello che vedo in giro è che anche le fonti originarie non sono alla stregua delle nostre arti marziali.

Mikhail RyabkoGli allenamenti dei soldati sono mediamente, e ancora mediamente, di qualità estremamente inferiore a quelli di un buon corso di arti marziali e difesa personale. Youtube ci mostra sempre la stessa solfa e non credo che la soluzione sia ribattere <<Eh vabbè, ma i veri modi di combattere dell’esercito sono segreti perché troppo letali e non li mettono mica su youtube>>. Basta conoscere un po’ di gente che appartiene alle forze dell’ordine per capire come a loro sia data solo una lontana infarinatura delle abilità decisamente superiori di un vero maestro di arti marziali.

MMA - magic martial arts maestroMediamente, si è detto, e soprattutto di un vero maestro. Uno che senza troppo parlare si allena e insegna. Uno che non perde troppo tempo dietro a federazioni e robe tipo <<Io sono l’unico, l’imprescindibile, l’invulnerabile e l’inafferrabile allievo di Mago Merlino e quindi solo la mia scuola è autorizzata a fare l’ochetipochetiuochetiuà e abbracabbradabbradà>>.

7 risposte

  1. sono d’accordo mark.è verissimo che il kung fu specie wing chun jeet kune do se praticato a lungo in maniera seria sottto la guida di un buon maestro è di gran lunga più efficace e anke più soddisfacente delle arti paramilitari!però,ed è un lato che non ho mai trascurato personalmente,lo studio della strategia della meditazione,della scenza sociale,e della spiritualità pratica dovrebbe a mio avviso fare parte di tutti coloro che seguono discipline come queste,senza dimenticare medicina,almeno una buona infarinatura!l’arte marziale in quanto disciplina di guerra,perkè alla fine difesa auto difesa o sport è pur sempre studio strategico di come usare al meglio la meccanica del corpo e certe strutture fisiologiche potenti ,per scopi bellici!ma la guerra è un campo vastissimo che comprende perlomeno(e secondo me)le cose che ho riportato sopra!quindi alla fine penso che studiando bene tutto possiamo essere persone con addestramento paramilitare e molto meglio!

  2. Da istruttore di Aikijutsu e praticante di Krav Maga mi trovo abbastanza d’accordo, ma vorrei far notare un particolare che nell’articolo non viene preso in considerazione: i tempi di apprendimento.
    Sappiamo tutti che uno stile tradizionale richiede anni di costante e intensa pratica per avere una reale valenza nella difesa personale.
    Le tecniche militari, invece, sono nate proprio per rendere il praticante “combat ready” in poco tempo, a fronte di un addestramento breve ma enormemente più intenso, sia sul piano fisico che su quello psicologico. Il militare non può permettersi di spendere anni nell’addestramento al combattimento disarmato che rappresenta solo un aspetto del suo percorso. Ecco quindi che tecniche come KM e simili permettono di raggiungere una discreta efficacia in tempi assolutamente non paragonabili a quelli richiesti dalle arti marziali tradizionali o, in misura minore, dagli sport da combattimento.

    Inoltre anche l’addestramento, proprio per questi motivi, è più condensato ma più intenso e, spesso, questi combattenti hanno più occasioni di trovarsi in situazioni di reale stress da combattimento, sviluppando un istinto e uno spirito combattivo assai superiore a quello di chi si allena solo nei dojo, in situazioni “controllate”…

  3. ciao paolo,

    in questo contesto mi piace rispondere perchè è più semplice per noi parlare con gente educata, come lo sei stato tu nel tuo intervento. purtroppo, su facebook riscontro a volte commenti pieni di saccenza e che spesso si danno un tono di cultura che in realtà non si ha.

    detto questo, ti rispondo. il problema dei tempi di apprendimento è sacrosanto e io sono assolutamente d’accordo con te. infatti nell’articolo non si dice che le discipline paramilitari non sono efficaci: nelle mie lezioni dico sempre “se avete fretta andate a fare krav maga o muay thai” (il systema è un’altra cosa: ancora nessun praticante ha avuto la tempra di dirmi “si ok, ora tu fai un attacco reale e io faccio il mio lavoro morbido-interno”).

    sono d’accordo con te, non ho preso in considerazione i tempi di apprendimento perchè secondo me quello è un problema spinoso, forse il più grande delle nostre discipline: pretendere di raggiungere risultati decenti quando ci si allena 2, a volte 1, volta alla settimana e per 1 ora o 1 ora e mezza. diciam,o che l’articolo mette a confronto le due aree disciplinari presupponendo un pari livello tra due ipotetici praticanti ognuno nella propria arte, senza chiedersi quanto specificamente c’hanno messo per arrivarci

    daian lo: l’arte marziale è militare alla sua origine, quindi sono d’accordo con te. abbiamo avuto bisogno di inventare le discipline paramilitari proprio perchè ha ragione Paolo: non abbiamo tempo e serviva qualcosa di più veloce, anche se alla lunga meno raffinato (e con questo non intendo “bello da vedere”, ma proprio nel senso di “qualcosa di sempre più affinato” come fosse una lama)

    1. E’ un piacere anche per me Mark, trovo assai interessante scambiare idee in modo tranquillo e pacato, come del resto dovrebbe sempre essere!

      Tornando all’argomento, vorrei sottolineare un altro aspetto che mi preme molto e che per me riveste una grande importanza, anche e soprattutto in ottica difesa personale. Parafrasando il grande Bruce Lee, penso che dal dopoguerra in poi le Arti Marziali siano state oggetto di un continuo e profondo impoverimento. Da un lato il grande boom degli sport da combattimento, dall’altro la costante, e spesso acritica, accetazione di modelli preimpostati da seguire quasi come dogmi.

      In entrambi i casi quelle che erano, in origine, tecniche di combattimento a tutto tondo sono state edulcorate, con l’introduzione di regolamenti e limitazioni nel caso degli sport da combattimento, o svuotate delle reali valenze belliche nel caso di molti stili tradizionali.
      In sostanza è passato in secondo piano l’aspetto marziale, la reale efficacia delle tecniche, quasi sempre sviluppate e cresciute sui campi di battaglia della storia, in favore di un addestramento ovviamente meno intenso e più rapido.

      In quest’ottica trovo che, a volte e coi dovuti distinguo, gli stili militari siano più vicini alle reali Arti Marziali tradizionali, dal momento che l’addestramento non cede alle tentazioni delle sportivizzazioni, dei limiti imposti dalle regole della società o delle tradizioni immutate, ma si focalizza solo sulla realtà, sull’efficacia, sulla marzialità.

      Ovviamente questo mio discorso vale solo ed esclusivamente per l’aspetto marziale, tecnico se vogliamo. Ho volutamente tralasciato tutto l’aspetto di crescita interiore e sviluppo di sè che sono, o dovrebbero essere, un caposaldo della pratica tradizionale.
      Ma a ben guardare anche qui spesso si omette o viene proposto come dogma, mentre negli stili militari, proprio in ottica efficacia, l’aspetto psicologico è, o dovrebbe essere, centrale nella pratica.

      In sintesi, mi sento di dire che gli stili militari, quando ben praticati, siano forse più vicini alle Arti Marziali per come erano state originariamente concepite, ovvero come tecniche per sopravvivere in ambienti ostili, per capirci quando le scuole erano -“jutsu” e non -“do”.

      1. si ci sta, le discipline paramilitari sono decisamente più efficaci delle arti tradizionali! nell’articolo io non parlavo di arti come il kung fu tradizionale imitativo, lo shaolin, il karate e queste cose qui ma di arti marziali come il wing chun, il jeet kune do, il kali (non sempre). ecco, queste secondo me sono, a parità di livello ognuno nella sua, più complete delle discipline paramilitari. ma che queste ultime siano molto meglio delle discipline tradizionali impostate su dogmi e forme, non ho dubbi

  4. Vorresti dire:1) che tu non lo sei;2) che questo blog non dirvere0 mai una testata giornalistica perche9 non c’e8 un giornalista iscritto all’albo dei medesimi che possa fungere da editore;3) che una figura come sopra costa comunque troppo;4) che mondomarziale non ha un direttore editoriale ma visto l’argomento trattato nessuno glielo fa notare?5) che scherzo;6) forse M.

    1. heiko: potresti spiegarti meglio?
      questo blog è una voce, non una testata giornalistica in senso stretto. un magazine.
      non capisco inoltre il riferimento a mondomarziale

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