Il mondo delle arti marziali è colmo di seminari, stage, corsi di difesa personale che promettono di insegnare metodi e tecniche super efficaci che consentono di difendersi in caso di pericolo contro chiunque ed in qualunque situazione.
I metodi tra loro sono decisamente differenti, così come il background tecnico degli insegnanti e tutti sono comunque descritti come “i migliori”.
Senza davvero voler essere polemico, ieri dopo aver tenuto la consueta lezione di IMS del mercoledì, mi è venuta l’idea di questo post a seguito di una riflessione: esiste un metodo universalmente efficace? Ossia, esiste davvero la tecnica o il sistema che da risultati eccellenti indipendentemente da chi sia la persona che lo applica e l’avversario affrontato?
Se si leggono i volantini e le presentazioni dei corsi, stage, seminari, etc. ogni sistema è presentato come infallibile e magari frequentando le lezioni si può osservare un insegnante che infallibile lo sembra davvero. Tuttavia quando poi osservo un combattimento di sanda, o di MMA, oppure quando mi capita di fare qualche tipo di allenamento con altri praticanti di qualche sistema di difesa personale ho l’impressione che di davvero infallibile non ci sia nulla.
Con questo intendo dire che credo che l’efficacia di un sistema sia fortemente dipendente da due elementi:
- la persona che lo applica
- l’avversario con cui lo si applica
Non credo esista la tecnica infallibile, bensì una persona abile nell’applicarla e avversari su cui è più o meno semplice applicarla.
Credo fortemente però che esistano delle tecniche assolutamente inapplicabili nell’ambito della difesa personale, indipendentemente da chi le applica e su chi le si applica. Ad esempio ritengo sia praticamente impossibile eseguire una tecnica di Qin Na direttamente su un pugno, cioè senza prima effettuare qualche movimento di intercettazione e controllo del pugno. Non credo sia fattibile riuscire ad afferrare tale pugno a velocità reale “al volo”.
La mia conclusione a tutta questa riflessione è che la difesa personale, così come il combattimento in genere, come diceva Bruce Lee, è vivo, cioè dinamico; di conseguenza non si può rinchiudere in rigidi limiti dettati da filosofie marziali che prevedono regole fisse del tipo “su questa tecnica si fa questa contro tecnica.
Come sostiene Giuseppe De Rosa, fondatore dell’Infinity Marzial System (IMS), ritengo che l’efficacia di un metodo risieda nella capacità di adattarsi al combattimento stesso e all’avversario, con principi che sono poi espressi attraverso un insieme di tecniche.
Sostanzialmente non esistono contro tecniche, ma metodi di approccio liberi dalle tecniche che consistono nell’adattare se stessi alle situazioni, prevedendo anche eventuali errori che si possono commettere durante il combattimento. L’adattamento dinamico consente di avere la possibilità di rimediare all’errore “modificandosi” per far fronte alla nuova situazione, come se si ripartisse ogni volta da zero.
Allora l’allenamento consiste nell’acquisire questa capacità di adattarsi mantenendo saldi i principi del sistema. Sembra un concetto aleatorio e quasi astratto ma basta pensare a quanto assomiglia al simbolo yin yang.
Cosa ne pensate? Mi piacerebbe sapere l’opinione di chi pratica Kung Fu, arti marziali in genere o sport da combattimento.
7 risposte
a proposito di difesa personale, vi lascio una mia personale “definizione”, dalla quale si evince/intuisce che non esiste una tecnica perfetta, bensì la seguente condizione: “le sorti di un combattimento dipendono dallo stato di equilibrio dei due combattenti”. Maestro fondatore IMS Giuseppe De Rosa
E se lo dice il Maestro fondatore dell’IMS …
Mi associo al pensiero del Maestro Derosa e del Maestro Gosti. Vorrei aggiungere che l’allenamento (per chi non è geneticamente aiutato) della rapidità di esecuzione (qualsiasi sia la tecnica utilizzata), la rapidità di pensiero (studiare l’avversario in breve tempo ed utilizzare la strategia più efficace), e l’esplosività della tecnica (non necessariamente legata alla forza fisica) sono requisiti fondamentali per un combattente. Se ben allenati possono aiutare un combattente scarsamente dotato di tecnica.
Mi associo al pensiero del maestro De Rosa: l’adattibilità allo stile di combattimento di un avversario è la chiave, se non quella dell’efficacia assoluta nel combattimento, almeno della vincita su un avversario.
Innanzi tutto complimenti veri per il sito e per gli articolo….raramente ho letto su argomenti marziali con tale distacco e imparzialità valutando ogni singolo argomento con tanta cognizione di causa e consapevolezza. Per quanto riguarda l’articolo non posso che concordare in pieno. Sono un praticante di wing chun da molti anni eppure quando poi nelle rare e sfortunate occasioni in cui mi sono dovuto difendere spesso ho dovuto abbandonare il mio stile per adattarmi alla situazione che si stava creando. Alla fine io credo di aver realizzato che più che le tecniche bisogna sviluppare quei principi che sono comuni a tutte le arti marziali e che non bisogna mai credere che il saper eseguire in maniera perfetta una determinata tecnica ci metta al sicuro da una sconfitta. Difesa personale è per me portare a casa la pelle non difendere l’onore di chi sa quale scuola…e se per farlo devo tirare uno schiaffo da muratore e chi se ne frega…cio che conta e che posdo godere ancora della mia vita e cio che contiene ….grazie
.
Fabrizio grazie dei complimenti… fanno sempre piacere.
Penso che tu abbia espresso in modo perfetto l’essenza della difesa personale. Proteggersi. Adattarsi alla situazione nel modo più utile possibile è proprio un principio cardine delle arti marziali di qualsiasi epoca e radice. Quindi d’accordo con te al 100%.