Difesa personale. 3 modi per capire se una tecnica è efficace

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difea personale donnaIl week end scorso ho partecipato ad un summer camp di arti marziali, un seminario di 4 giorni nei quali si è esplorato in modo approfondito l´ambito della difesa personale. Erano presenti diversi maestri che si sono alternati nelle lezioni mostrando le loro metodologie di allenamento volte ad acquisire automatismi e tecniche utili appunto alla difesa personale in caso di pericolo.
Personalmente ho partecipato con la scuola di Infinity Martial System del Maestro Giuseppe De Rosa, ma ho avuto la possibilità di osservare e sperimentare i principi di combattimento di diversi maestri. Ho notato delle caratteristiche comuni dalle quali ho estrapolato tre considerazioni, tre unità di misura attraverso le quali poter misurare l’applicabilità di una tecnica in ambito di difesa personale reale.

Attacco singolo
Tutti gli insegnanti che si sono avvicendati nelle lezioni hanno mostrato diverse tecniche applicate su un attacco di pugno o su una presa al polso, al bavero o alla gola. Nella configurazione dell’attacco l’ipotetico aggressore eseguiva un’unica azione, quindi ad esempio al pugno al volto non seguiva nessun altro movimento, o dopo aver afferrato l’arto o il collo del maestro non eseguiva alcuna tecnica aggiuntiva.

difesa personaleTale atteggiamento consentiva una certa libertà d’azione al maestro che mostrava la contro-tecnica, tuttavia è altamente improbabile che un aggressore reale si comporti in questo modo. Presumibilmente porterà più colpi e tenderà a muoversi per evitare di subire contro-tecniche.
La tecnica di difesa personale mostrata dai vari maestri era concentrata sul punto specifico del corpo interessato dall’azione dell’ipotetico aggressore. Se ad esempio quest’ultimo afferrava il polso del maestro la tecnica di difesa personale verteva unicamente sulla liberazione del polso, se l’aggressore “mostrava” un pugno venivano eseguite azioni che non consideravano il fatto che il secondo pugno dell’aggressore era libero di muoversi.
Nel campo della difesa personale dove tutto è lecito l’esecuzione di una tecnica non può esimersi dal considerare tutte le possibili azioni che possono seguire al primo movimento dell’aggressore.

Conoscenza delle reazioni
La domanda relativa alle considerazioni precedenti è stata fatta a diversi maestri. La risposta è stata generalmente la stessa: <<Se la tecnica è fatta bene l’aggressore non ha il tempo di reagire, a causa della velocità di esecuzione o del dolore provato che limita le capacità di proseguire nel combattimento>>.

Non c’è dubbio che un colpo preso porti l’attenzione sul punto dolente del corpo aprendo un varco di pochi secondi di disequilibrio o di staticità, tuttavia bisogna considerare che molto spesso chi aggredisce con l’intenzione di ferire è abituato al combattimento da strada e di conseguenza non è certo che l’atteggiamento mantenuto a fronte del dolore sia di immobilità. Oppure il suddetto aggressore potrebbe essere drogato o ubriaco e quindi avere alterata la percezione del dolore.
Se si parla di difesa personale è necessario porsi nelle condizioni peggiori di azione, quindi anche nell’ipotesi che i nostri colpi non abbiano gli effetti sperati e allenare i “se” e i “ma”. Presumere di sapere che “se io faccio questo lui allora farà così…” è molto pericoloso.

Aggressività
Quasi tutte le azioni mostrate dai maestri erano eseguite con fluidità, sintomo di una buona dimestichezza tecnica, tuttavia il combattimento, soprattutto quello senza regole, è impetuoso e risoluto.

difesa personaleNell’ambito della reale quotidianità chi aggredisce lo fa con cattiveria. Chi applica la difesa personale deve essere altrettanto aggressivo. Sono attimi intensi, nei quali l’adrenalina fa da anestetico e stimolante allo stesso tempo. Pensare di difendersi da un attacco con un atteggiamento privo di “grinta” può essere più deleiterio del non difendersi affatto. Sicuramente la calma è un elemento importante che è necessario mantenere il più possibile, tuttavia calma non è sinonimo di “arrendevole”.
La difesa personale si applica nei contesti di reale pericolo, ossia in caso di dichiarata minaccia per la propria incolumità, pertanto è necessario reagire con fermezza e reattività… cosa tutt’altro che semplice.

difesa personalePersonalmente sono convinto che sia importante che i maestri che insegnano difesa personale prendano coscienza della responsabilità insita nel ruolo che rivestono. Chi fa un corso di difesa personale desidera imparare a difendersi in situazioni nelle quali le conseguenze di una preparazione imperfetta possono essere davvero gravi.

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