Kung Fu Life è un magazine che non si occupa solo di arti marziali cinesi. Come abbiamo piú volte ripetuto, il termine <≪Kung Fu>> che ci dá il nome è da intendersi nel suo significato piú ampio e generico, piú autenticamente vicino al suo antico senso etimologico. La <<grande abilitá conseguita dopo un lungo e duro lavoro>> assume quindi i connotati di <<cosa fatta bene e che porta a risultati evidenti>>.
Si è quindi traslato il Kung Fu sulla cucina, sull´alimentazione, sullo stile di vita e su qualsiasi altra disciplina o ambito possibile. In questo senso anche la medicina cinese è un´espressione del Kung Fu, e mi avventurerei a dire che potrebbe esserlo anche la medicina occidentale. C´é poi un aspetto decisamente inflazionato che riguarda proprio quest´ultima in generale, che abbia il camice piuttosto che gli occhi a mandorla: l’alimentazione. Dietistica, dietologia, scienza della nutrizione, nutrizionismo olistico, alimentazione energetica (in senso taoista) sono parole oramai sulla bocca di tutti.
Quando si parla di dieta, lo si fa quasi sempre pensando ad un regime alimentare che si pone come obiettivo il dimagrimento o comunque il miglioramento dello stato di forma fisica di chi la mette in pratica. Questo succede anche se medici e nutrizionisti continuano a ripeterci che la parola deriva dal greco δίαιτα, il cui significato non è prima di tutto alimentare. Si traduce infatti con <<stile di vita>> e ingloba quindi aspetti come l’esercizio fisico, il livello generale di stress dell’organismo, il ritmo circadiano sonno-veglia.
Negli ambienti del fitness e del bodybuilding esiste una oramai diffusa pratica alimentare chiamata cheat meal o cheat day, nel caso in cui si riferisca rispettivamente al singolo pasto o ad un giorno intero. <<Cheat>> significa invece <<ingannare>>, <<imbrogliare>>. All´interno di un programma nutrizionale ipocalorico, perché si pone come traguardo il dimagrimento, si tratta praticamente del giorno o pasto ibero: lo sgarro, la mangiatona, la serata. Quanto può essere utile riservarsi una "finestra alimentare" in cui mangiare qualsiasi cosa si voglia? Che implicazioni e conseguenze essa avrebbe su di noi? Come inquadrarlo nella logica dell’equilibrio taoista tipico del Kung Fu? Vediamone alcuni aspetti partendo dal modello interdisciplinare della scienza medica moderna: quello bio-psico-sociale.
1. Aspetto biologico
Cosa accade al nostro corpo e quali conseguenze ponderali e di efficacia verso l’obiettivo quest’ultimo si ritroverà a dover fronteggiare? Anche se molte persone ritengono assolutamente necessaria una rigidità che concede quasi nulla, sembra che sia proprio l’aspetto bio-fisiologico a beneficiare per primo dell’eccezione alla dieta. Cosa accade al mio organismo quando faccio un’alimentazione ipercalorica? La leptina (dal greco λεπτός, leptòs, <<snello>>), il famoso ormone della sazietà a lungo termine, viene rilasciata in circolo dal tessuto adiposo quando la glicemia si alza in seguito ad uno stato di buona o iperalimentazione. L’insulina, secreta dalle cellule β del pancreas, agisce in maniera "proporzionale" alla leptina: al suo aumentare, aumenta anche quest’ultima (Ross-Pawlina 2016, pp. 242-244). Effetto opposto hanno invece il glucagone, ormone pacreatico , il GH (ormone della crescita), secreto dall’ipofisi e il TNF-α: mentre leptina e insulina favoriscono la sintesi lipidica, questi ultimi lavorano per la lipolisi. Le prime ci fanno ingrassare, i secondi dimagrire. Stessa cosa fanno, rispettivamente ma a breve termine e cioè quotidianamente, la grelina e il peptide YY (Ross-Pawlina 2016, p. 241).
Potete facilmente accorgervi, quindi, che i meccanismi ormonali che regolano fame e sazietà e quindi controllano il nostro peso lavorano "contro" il nostro intento di dimagrire: se conduciamo una dieta ipocalorica, gli ormoni dell’appetito ci fanno venire fame. Causano, inoltre, un abbassamento del metabolismo: è come se il corpo cercasse di bruciare meno energia perché si accorge che gliene state fornendo di meno. L’ideale sarebbe quindi non lasciar diminuire troppo i livelli ematici di insulina e leptina, ma contemporaneamente conservare una dieta ipocalorica. In questo modo, la spesa metabolica resterebbe costante e potremmo bruciare comunque il grasso sottocutaneo perché in debito calorico.
Se facendo piccoli pasti, ma molto frequenti, possiamo lavorare sulla costanza di questi ormoni a distanza di qualche ora, sul lungo termine, è però possibile che il metabolismo diminuisca e raggiunga un plateau: cominciamo a bruciare di meno. Per dimagrire, però occorre bruciare di più! C’è chi sostiene, allora, che periodicamente bisogna "ingannare" il corpo per non farlo abituare alla "carestia" di una dieta ipocalorica. Ecco che nasce il cheat meal o cheat day, momenti in cui dare libero sfogo alle proprie tentazioni alimentari per permettere al metabolismo di continuare a bruciare poi anche nelle fasi di ipoalimentazione.
2. Aspetto psicologico
Condurre una dieta ipocalorica significa molto spesso rinunce e sacrifici. Attacchi di fame, inedia, stanchezza cronica non aiutano a sopportare la rinuncia ad uno dei piaceri della vita qual è il cibo. La ricarica del cheat day assume quindi una funzione psicologica: ci permette di tenere duro nella fase di ipoalimentazione nell’attesa che arrivi quella di iperalimentazione, in cui potremo cedere ai piaceri del palato. È ovvio che avere un giorno del genere aiuterebbe a dirsi, davanti ad un attacco di fame, qualcosa come <<Coraggio, non devo cedere adesso: per mangiare un buon croissant a colazione mancano solo due giorni>>. Un lungo periodo di restrizione totale, invece, potrebbe farci optare per cedere subito.
3. Aspetto sociale
Se tutti i tuoi amici ti invitano una, due, tre volte a cena il sabato sera e tu per quattro, cinque, sei volte dici di no, potrebbero cominciare a non chiamarti più. Dal punto di vista della vita sociale, quindi, non sarebbe il massimo. Non si vive solo di obiettivi sportivi ed estetici, e rimanere da soli il sabato sera insieme solo alla nostra insalatina mezza scondita non è un granché. Lasciar coincidere il cheat day con la serata tra amici, quindi, ci restituirebbe quella vita sociale che una dieta troppo rigida ci costringe a limitare.
Oltre a tutto questo, noi del Kung Fu potremmo discutere di un altro importante aspetto della questione cheat day: quello filosofico. Come inquadrare in una logica Yin/Yang un’alimentazione che per giorni è restrittiva e per un giorno è ipercalorica? L’equilibrio taoista viene conservato? A che livello dovremmo considerarlo? Questa però è una storia troppo interessante per parlarne in chiusura di articolo: ci torneremo presto.
Bibliografia minima
- Michael H. Ross – Wojciech Pawlina, Istologia. Testo e atlante con elementi di Biologia cellulare e molecolare, Casa Editrice Ambrosiana, Rozzano (MI) 2016.