Si dice che <<i peccati dei padri ricadranno sui figli>>. I post degli ultimi due lunedì hanno considerato le diverse varianti del Wing Chun, tra differenze tecniche o linguistiche, di forma o di sostanza. E se consideriamo il Wing Chun come il padre, chi sarà mai questo figlio che eredita, se non i peccati, quantomeno le abitudini? Il Jeet Kune Do, naturalmente. Anche quest´ultimo è una delle arti marziali in cui imperversa la competizione ed il tipico atteggiamento de <<il vero Jeet Kune Do è il nostro>>, che quasi sempre significa che è quello vero anche secondo il fu <<Sua Maestà>> Bruce Lee.
Devo dire la verità: il Wing Chun non gli fa proprio invidia. Dopo i miei ultimi due post, abbiamo ricevuto diverse mail in cui si puntualizzava che <<il Wing Chun più puro è quello che facciamo noi, che deriva direttamente da Ip Man>>. È stato buffo vedere come diverse scuole, che tra loro presentano molte differenze, si siano auto-effigiate del titolo dell’”autentico”. Immagino cosa potrebbe succedere per il Jeet Kune Do, che nasce già all’inizio come uno stile non classico e libero.
Allora, tanto per cominciare abbiamo principalmente due tipi di Jeet Kune Do. Dico “principalmente” perché moltissimi insegnanti non si identificano né con l’uno, né con l’altro. Se a ragione o a torto, mi riservo di dirlo più avanti.
Un primo tipo di Jeet Kune Do è il cosiddetto “Original“, che come suggerisce la parola stessa dovrebbe essere quello autentico. Cosa significa? Come il Wing Chun “autentico” è quello di Ip Man per come quest’ultimo lo insegnò e pratico, il “vero” Jeet Kune Do è quello che ci deriva direttamente da Bruce Lee. Allievi diretti di Ip Man insegnano il “vero” Wing Chun, allievi diretti di Lee insegnano il “vero” Jeet Kune Do. I Leung Ting e i Lok Yu dell’intercettare il pugno in stile “original” sono, ad esempio, Ted Wong, Jesse Glover, Tim Tackett e Tommy Carruthers. Così original da farsi chiamare spesso e volentieri Jun Fan Jeet Kune Do, dove “Jun Fan” è uno dei nomi cantonesi di Bruce. Da lì poi ci si sbizzarrisce con slogan tipo <<l’erede di Bruce Lee>>, <<Bruce Lee’s Legacy>>, <<Real Jeet Kune Do>>, etc. Il nome che comunque è storicamente al fianco di Lee e che incarna nel profondo l’Original è a mio avviso Ted Wong, che sembra abbia addirittura partecipato ai film di Lee facendone da controfigura. Inoltre foto e testimonianze provano senza ombra di dubbio che Wong era allievo e amico di Bruce e deve quindi aver imparato tanto direttamente da lui.
La scuola Jun Fan ha una certa avversione ai doppi bastoni corti e ai movimenti del Kali filippino e non nutre una particolare stima per un tizio di nome Dan Inosanto. È invece innamorata della boxe occidentale, della kickboxing e della scherma europea. Se infatti il Wing Chun è il babbo, la mamma del Jeet Kune Do è una sorta di sintesi dei più efficaci sport da combattimento occidentali. È una scuola abbastanza scettica per quanto riguarda la reale efficacia del Wing Chun, che a loro avviso ha bisogno del contatto per essere un minimo efficace. Il combattimento comincia invece a distanza e quando si arriva a toccare l’avversario è di solito troppo tardi, perché se egli ci tocca è quasi sempre per colpirci duro. Grande importanza hanno infatti le schivate, che non possono essere efficaci se non sulla base di una raffinatissima tecnica di passi: il footwork. Non stupisce quindi l’amore per il muoversi pugilistico un po’ a là Alì, ammirato anche da Bruce Lee. Il trapping viene studiato quasi per tradizione perché la strada non consente granché di intrappolare le braccia dell’avversario. Meglio muoversi, schivare ed entrare con la struttura giusta.
I rivali la pensano invece abbastanza diversamente, e quel tipo di nome Dan Inosanto lo conoscono proprio bene. Egli è “l’ Ip Man” del Jeet Kune Do Concepts, che si basa su tutta un’altra filosofia. Inosanto è stato un altro allievo di Lee in vera simbiosi con quest’ultimo, con tanto di foto e testimoni. Non solo: il guerriero dai doppi bastoni corti e la fascia rossa sulla fronte che combatte contro il Bruce Lee dalla tutina gialla in Game of Death (pellicola di cui Kung Fu Life si è occupata nel numero 7) è proprio lui. E infatti i ragazzi del Concepts adorano usare bastoni corti e coltelli del Kali, e oltre alla boxe occidentale amano anche il Panantukan, che è il pugilato filippino. Oltre a questo, non si accontentano di babbo Wing Chun e mamma boxe-scherma, ma si interessano di Brazilian Jujitsu, Muay Thai, MMA e qualsiasi cosa sembri loro utile per combattere.
Gli Original muovono quindi una tipica critica: non c’è ordine, siete tuttologi, e se dici di saper fare tutto vuol dire che non sai fare bene niente. Essi, invece, si limitano a fare quel che Lee disse mentre era ancora in vita e quindi non c’è dubbio che sia quello il Jeet Kune Do che Bruce approverebbe.
La risposta dei Concepts è di solito del genere: il Jeet Kune Do nasce come stile senza stile, ovvero approccio non classico all’arte marziale. Con la famosa citazione di Bruce che scrisse <<Liberatevi dal Karate classico>> — intendendo con questo il non chiudersi nei sistemi — affermano invece che il fondatore, se fosse ancora in vita, farebbe esattamente quello che fanno loro: continuare a integrare il Jeet Kune Do con i metodi da lui ritenuti più efficaci. Proprio come fu per la boxe, la scherma, la Savate francese etc., se Lee fosse vivo spazierebbe senza limite….Limitless. Alcuni arrivano a dire addirittura che il Jeet Kune Do è il padre dell’MMA, che altro non è se non Arti marziali miste. Insomma, anche quelli delle MMA si pongono sotto la luce di Lee, e questo dà parecchio fastidio agli Original. Ai Concepts non troppo, tanto che molto spesso essi stessi fanno MMA.
E poi ci sarebbe un’altra prova, a sostegno della visione Concepts: Inosanto insegnò i bastoni corti e i Nunchaku a Lee, che non disdegnò affatto di impararli. Lo vediamo bene nei film. Quindi perché sostenere che Lee avrebbe avuto invisi i bastoni del Kali? Per gli Original, un film è un film, mica la realtà. I Concepts approcciano quindi senza particolare sdegno anche il trapping, mutuandolo direttamente dal Wing Chun. Secondo loro il Jeet Kune Do è infatti proprio un sistema di concetti e non un’arte marziale: si tratta di come praticare e non di che sistema praticare.
Evitiamo di schierarci e apprezziamo i bravi maestri e praticanti, ma se ci leggete un po’, sapete che adoro il fatto che qualcuno abbia detto che si può pensare ed evolvere senza obbedire pedissequamente a maestri e tradizioni. Quindi nemmeno alla tradizione del maestro Jun Fan. Io insegno, ma non saprei dire se insegno Jeet Kune Do. Non è forse vero che questo è <<solo un nome>>? E che <<se dici di praticarlo, non lo hai capito>>? La diatriba su chi siano gli eredi di Lee continua: indovinate però di chi sono queste parole.
3 risposte
Bell’articolo!
Addirittura alcuni dicono che il jeet kune do sia nato non tanto come rappresentazione delle idee di Bruce Lee sul combattimento ma come unica via per poter praticare Wing Chun al di fuori della cina senza dover rendere conto ai vari “senior” cinesi, che mettevano vincoli sulla diffusione dello stile: cambiando nome e adottando formalmente solo alcune idee di fatto non si trattava più di insegnare wing chun ma un’altra arte marziale.
Alcuni pensano infatti che i concetti di “formless” e di adattamento dello stile all’avversario siano la base del WingChun e che i concetti del triangolo e del blocco/attacco simultaneo del WingChun siano propri solo di forme primitive di questo stile, quelle insegnate all’inizio del percorso.
non saprei, gli elementi occidentali del jkd sono peculiari e rendono il tutto molto diverso dal wing chun di qualsiasi altra scuola!
Onestamente anche io all’inzio non capivo come mai gli “originals” (pare il conome di un telefilm :/ ) criticassero quasi a priori i “concettari”. La verità è che ci sono molti validi insegnanti di jkd concepts e derivati, però, basta anche solo vedersi un video su youtube di jerry poteet o ted wong o tim tackett, e , megio ancora andare a vedere una lezione senza nemmeno praticare, per capire che nel jkd concepts non c’è , il più delle volte, neanche MEZZO CONCETTO di jeet kune do, ma solo di arti marziali mescolate con applicazioni “stradali”… che può andare benissimo, ma praticamente considerano “superato” ciò che faceva bruce lee, praticamente come se fosse” merda”. E’ molto difficile stimare un persona, ma usare il nome del suo approccio combattivo, e in soli 20-30 anni annullare completamente il suo lavoro perchè non considerato “attuale” o “efficace”. Eppure bruce lee ebbe contatti con la savate, con la muay thai, kali, silat , judo, wrestling. Qundi se nonostante tutto il “jun fan jkd” non è una semplice miscuglio di tecniche e principi delle varie arti, ma una cosa del tutto nuova e orginale, con un evidente legame solo con boxe e scherma (perfino i calci hanno la biomeccanica dei jab, ganci e affondi di fioretto)e ancora qualcosina di kung fu(principalmente wing chun) CI SARA’ UN MOTIVO. Per tutti coloro che credono maggiormente nel concetto di mescolare varie arti in stile PANCRAZIO,MMA,VALETUDO etc. arrivati a questo punto sarebbe meglio chiamare quel che fanno nei seguenti modi, e non più jkd, perchè le loro azioni esprimono praticamente questo ” ciò che bruce insegnava non era per niente efficace, quindi cancello tutto e creo il puzzle che oggi secondo molti funziona meglio: muay thai,boxe,panantukan + lotta olimpica,brazilian ju jitsu e armi (bastoni,coltelli) “.