Si dice che la danza sia l´espressione dell´anima.
Attraverso gesti tecnici di stile guidati e sostenuti da respiro ed energia sono simulate situazioni e circostanze che tempo prima erano solo nella mente del coreografo.
Stiamo parlando di coreografie di danza o di forme di Kung Fu? Una forma non è proprio la rappresentazione di un combattimento fatta attraverso gesti tecnici di stile?
In effetti danza e Kung Fu presentano svariati punti di contatto, non sono nella “rappresentazione degli eventi”, ma anche nei principi di disciplina, equilibrio, tradizione, nelle modalità di insegnamento, nella particolarità di studio basate sulla ripetitività dei movimenti, in alcune posture molto simili e nella divisione dell´arte in stili.
Ci sono ovviamente delle differenze.
Nella danza non esistono diatribe relative al confronto tra stili. Personalmente non ho mai sentito di dispute verbali atte a definire se la danza classica sia più efficace della danza jazz, se l’hip hop sia più utile della danza moderna, se la contemporanea derivi o meno dalla danza afro…
Ogni stile esprime l’anima secondo i propri principi fondati sulle tradizioni essendo semplicemente diverso da altre modalità di espressione.
Nella danza tali dispute non hanno senso… e nel Kung Fu?
Anticamente il confronto tra stili era un cardine dello sviluppo dell’arte marziale, stimolo alla ricerca, questione di onore tra maestri. Gli esponenti migliori di stili diversi si confrontavano in combattimento e stabilivano quale contendente era in possesso del miglior Kung Fu.
Al giorno d’oggi i confronti restano verbali e hanno ben poco di stimolante, si limitano a sterili affermazioni di presunte superiorità degli insegnanti, che spesso sono i primi promotori di tali controversie.
La volontà è quella di imporsi come “i più bravi”, ma solo in teoria, perché non si vedono più combattimenti tra maestri di stili diversi che vogliono scoprire chi è il più forte.
Al giorno d’oggi probabilmente questo tipo di confronto non ha più senso di essere. Nell’antica Cina era parte integrante della mentalità marziale, ma nella quotidianità del 2014 è un limite di stile… di comportamento, che contribuisce a rendere l’ambiente marziale ipocrita, perchè da una parte si professa il rispetto e dall’altra si manifesta intolleranza verso il diverso.
Molto meglio la danza, dove con un atteggiamento più autentico si sceglie quale stile praticare e poi si apprezza tutta l’arte, perchè chi danza ama la danza e anche nella diversità sa cogliere l’espressione dell’anima.