Cos´è il Kung Fu? Diffondiamo il Kung Fu

Argomenti del post

heroQuanta confusione c´è sul mondo del Kung Fu?
Quanta gente prima di vedere cosa realmente facciamo pensa a noi come a dei combattenti alla stregua di un karateka o un boxeur?
E quando spieghiamo a chi ce lo chiede cosa siano le forme, i Tao Lu?
Avrete visto sicuramente anche voi l´espressione di malcelata incomprensione mentre il/la vostro/a amico/a annuisce alla vostra spiegazione.

La domanda successiva al “cos´è” di solito è “ma quindi sai difenderti se ti attaccano?”. E anche qui si apre un mondo di possibili risposte.
Perchè, come i più fedeli lettori avranno letto nel post “Il kung fu tradizionale e la difesa personale”, la risposta non è un semplice sì o no.
Per sapersi difendere non bastano anni di pratica o la conoscenza dei principi di uno o più stili.
Certamente chi ha delle basi parte in vantaggio rispetto a chi non ha mai fatto nessuna arte marziale, ma ci sono troppi altri fattori in gioco: il luogo dove ci troviamo, le condizioni fisiche e psichiche in cui siamo, chi ci troviamo davanti, quanti ce ne troviamo.
Un esempio semplice viene direttamente dalla mia esperienza personale, ho praticato per anni Kung Fu Tradizionale e Wushu moderno poi ho inziato a dedicarmi anche al semi-sanda e poche delle nozioni che avevo appreso hanno trovato applicazione durante gli incontri che ho sostenuto.

pergamena kung fuSe conosco le basi su cui si fondano i diversi movimenti e se mi alleno in modo costante, posso generare degli automatismi che, in quanto tali, possono uscire spontanei anche in situazioni a rischio, ma tra il fare Kung Fu e l’essere una macchina da guerra di strada ne passa.
Eppure imperterriti conoscenti, amici e parenti continuano a ritenere ogni praticante un “tipo pericoloso”, o peggio ancora (per il nostro morale permaloso da marzialisti) a confondere una disciplina con l’altra.
Chissà come mai, almeno nel nostro paese, non si riesce a diffondere maggiormente questa splendida arte marziale, completa di tutto e adatta ad ogni tipologia di target, dal giovanissimo all’anziano.
Non sarebbe bello leggere sulla pagina sportiva del quotidiano anche qualche notizia di Kung Fu? Come una classifica di un campionato nazionale, o qualche recensione su eventi di una certa entità.
O ancora introdurla come possibile disciplina da praticare nelle scuole, a scelta insieme ai vari corsi musicali, di cucina, di recitazione, etc.
Sarebbe bello, insomma, creare una diffusione più su larga scala, sia per portare più persone a conoscenza di cosa sia effettivamente il Kung Fu, sia per accrescere l’eccellenza del nostro paese in questa arte.
D’altra parte la Cina ci insegna: maggiore è la base della piramide, più in alto si riesce ad arrivare.

3 risposte

  1. Alla domanda “sai difenderti?” uno studioso di Arti Marziali, dovrebbe rispondere affermativamente proprio perché studia il modo di farlo, contrariamente alle persone comuni che possono solo contare sull’istinto di conservazione.
    Siamo persone violente? Assolutamente no, anzi, proprio perché più abituati al trattare la violenza siamo meno inclini a cedervi o usarla e spesso apprezziamo la non violenza più di altri che la denigrano perché in fondo la temono in quanto a loro sconosciuta.
    Sulla presentazione nelle scuole, già esistono intraprendenti insegnanti di educazione fisica che propongono ai loro studenti un’esperienza conoscitiva, ma il più delle volte sta anche a noi farci avanti.

    P.S. Sono quasi sicuro si scriva “karateka”. 😉

  2. In effetti, sulle arti marziali in generale, qui in Italia, ci sono ancora molti pregiudizi e preconcetti, spesso alimentati da dinamiche mediatiche che si concentrano ed esaltano solo alcuni aspetti di esse.
    Però, mi vien da pensare, forse questo accade anche per altre discipline marziali e/o sportive che vivono nell’ombra di sport più “diffusi” e reclamizzati: credo che anche chi si rivolge a uno schermidore o parla con chi si allena nel lancio del peso, faccio per dire, si focalizzi solo su alcuni elementi noti.
    Per cui, sinceramente, non so se la difficoltà nel diffondere o far comprendere cosa sia un’arte marziale dipenda da un atteggiamento mentale, magari influenzato da una certa sudditanza verso alcuni sport (calcio?) e/o condizionamento socio-politico (tendenzialmente siamo molto “americanizzati” più che concentrati sull’Oriente), o dal fatto che c’è poca curiosità e molta pigrizia oppure, ancora, da mancanza di rete tra praticanti.
    In ogni caso, credo che già il discutere di questi argomenti assieme al proliferare di moderne forme di comunicazione (tra siti web, social network, video su youtube…) possa essere un buon contributo alla “causa” 🙂

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *