Corsi di difesa personale. Servono davvero?

corsi di difesa personale femminile Kung Fu Life

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corsi di difesa personale femminile Kung Fu LifeIl web italiano è stracolmo di corsi di difesa personale. Siamo un paese ricco di persone che sanno difendersi da situazioni di pericolo e sono in grado di insegnarlo agli altri, soprattutto alle donne. Perché alle donne? Perché nell´immaginario collettivo le donne sono strutturalmente meno possenti degli uomini e tendenzialmente gli aggressori sono uomini; quindi una donna aggredita è una donna aggredita da un uomo piú forte e di conseguenza necessita di capacitá di protezione. Tradotto: le servono quei corsi di difesa personale che insegnano a fronteggiare avversari piú forti.

Anche per gli uomini, ovviamente, le offerte di corsi di difesa personale non mancano. Dal Jeet Kune Do all´Aikido, dal Tai Ji al Karate, dal Krav Maga al Ju Jitsu fino al Kung Fu Tradizionale, ogni disciplina marziale sembra avere una naturale derivazione di lotta da strada, da imparare per avere la speranza di uscire illesi da eventuali aggressioni che potrebbero avvenire “nel mondo reale”.
Ma chi sono gli insegnanti di tutti questi corsi di difesa personale?
Meastri di arti marziali con innuverevoli anni di esperienza alle spalle… o almeno cosí sembra.

Il post non vuole investigare sulla bontá dei corsi di difesa personale italiani, bensí porsi una domanda.
Gli insegnanti che tengono corsi di difesa personale hanno esperienza di difesa personale?
Chi insegna Kung Fu Tradizionale spesso vanta studi effettuati in Cina da famosi Maestri d´arte, chi insegna Tai Ji pratica costantemente l´esercizio dell´energia interna, chi insegna box sale spesso sul ring, ma agli istruttori di difesa personale quante volte è capitato di dover applicare i propri insegnamenti per provare ad uscire illeso da un´aggressione reale?
La domanda non vuole essere provocatoria e nel porla è stato considerato che non è saggio uscire per strada a “procurarsi” un´aggressione per far pratica e che in diversi corsi di difesa personale ci si concentra molto nel tentare di riprodurre un contesto il piú simile possibile a quello nel quale ci si potrebbe trovare in caso di pericolo.

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corsi di difesa personale kung fu lifeTuttavia la domanda resta. Resta per i praticanti, che, spesso acerbi di arti marziali e combattimento, decidono di abbracciare i corsi di difesa personale per sentirsi piú sicuri, per vincere delle paure o delle timidezze che ne condizionano l´esistenza. Sono aspettative che investono l´insegnante di una responsabilitá importante, che non deve essere sottovalutata.
Non credo sia strettamente necessario aver steso un aggressore per essere un buon insegnate di self defence, credo peró che sia fondamentale aver compreso molto bene come avviene un´aggressione nel mondo reale.

Personalmente ho un metodo per valutare i corsi di difesa personale quando ne vedo qualche presentazione o assito a qualche dimostrazione. Il metodo si basa sul polso.
Se le tecniche sono incentrate sulla presa al polso e si dipanano tra squilibri e leve mentre il presunto aggressore non reagisce deduco che tali tecniche non sono mai state sperimentate in alcuna simulazione di realtá.
È il consiglio che mi sento di dare a chi desidera comprendere se i corsi di difesa personale servono per imparare davvero la difesa personale: osservate l´aggressore. Se prende il polso e resta in attesa di essere immobilizzato, steso o colpito senza lui stesso provare ad immobilizzare, stendere o colpire chiedetevi il perché una persona che intende percuotervi “realmente” dovrebbe limitarsi a prendere un polso e aspettare…
Cosa ne pensate? Lo spazio dei commenti è pronto ad accogliere i vostri pensieri.

8 risposte

  1. Concordo pienamente con le osservazioni presentate qui sopra.
    Inoltre un dettaglio a mio avviso per nulla trascurabile è il coefficiente emotivo:
    per quanto si cerchi di riprodurre un’eventuale aggressione, le emozioni in gioco sono differenti, in palestra ci sono conoscenti, lo stesso “aggressore” è uno dei nostri/e compagni/e di sparring, quindi c’è la componente psicologica “anestetizzata”; sappiamo che una volta intervenuti e aver provato la tecnica, siamo al sicuro e lontano dai guai. Purtroppo per strada non è così. E le emozioni sappiamo benissimo che possono giocare brutti scherzi.
    Il difetto che a mio avviso molti corsi di difesa personale hanno, è che puntano ad offrire le tecniche di difesa senza prima una precisa preparazione mentale. Vai lì, uno stage, qualche settimana, ci lasci qualche centinaio di €uro e puoi camminare da solo/a di sera senza alcun timore.
    In realtà credo che il cammino per poter padroneggiare prima delle tecniche, le proprie emozioni, possa andare ben al di là di qualche incontro alla settimana per un periodo di tempo ridotto.

  2. Io pratico judo e pankration athlima, non ho mai visto aggressori che attaccano per poi rimanere passivi.

  3. Concordo sul metodo di valutazione e mi permetto di aggiungere l’altezza di un ipotetico calcio.

  4. Pratico wing tsun e molti sono gli scenari che riproducono, compreso la presa polso, mano braccio gomito, e una volta capita la tecnica la alleniamo con aggressors che o tura o spinge e colpisce o calcia o lui stesso lascia la presa per colpire e più varianti possibili troviamo e meglio è anche qualcosa di apparentemente non possibile bisogna allenare, tipo nella colluttazione generata nell’aggressione qualcuno potrebbe scivolare o essere spinto da una terza persona. Studiate marziani studiate

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