“Chi conosce bene l´avversario e sé stesso affronta cento battaglie senza correre alcun rischio;
“Chi conosce sé stesso ma non il proprio avversario alterna vittorie e sconfitte;
“Chi non conosce né il proprio avversario né sé stesso è destinato ad esporsi al pericolo in ogni battaglia”
Sun Tzu, L´arte della guerra
Prima di tutto dobbiamo imparare a conoscere noi stessi.
Conoscerci a fondo, punti di forza e debolezze, entrambi importanti per vincere, entrambi coinvolti nella sconfitta.
Conoscersi per un artista marziale significa sapere fin dove il proprio corpo può portare, fino a che punto ci si può allenare e quando è il momento di tirare un attimo il freno.
Cosa sia adeguato alla propria corporatura, muscolatura, alle proprie capacità e cosa sia oltre.
Iniziamo a prendere confidenza con le nostre possibilità dal primo momento in cui ci affacciamo al Kung Fu, quando con scarso equilibrio cerchiamo di imitare un compagno più esperto, e non finiamo di conoscerci nemmeno quando siamo noi a insegnare.
L’avversario è quella posizione che proprio non ci viene, è quella sequenza di tecniche che non ci entra in testa, è quel compagno che quando fa sparring con noi riesce sempre a prenderci dove abbiamo la guardia scoperta.
A poco a poco però impariamo a coordinare il corpo e i movimenti, miglioriamo il nostro equilibrio, affiniamo la tecnica e sviluppiamo i riflessi, pronti a muoverci come richiede la forma o per contrastare l’attacco avversario.
Ecco che iniziamo a conoscerci, a controllare movimenti che da estranei diventano spontanei, ad interiorizzare degli automatismi e a verificare sul campo di cosa possiamo essere veramente capaci.
Ora possiamo dedicarci senza paura all’avversario.
Ma per conoscere l’avversario, quale che sia, dobbiamo confrontarci.
Stare chiusi ognuno nel proprio limbo e non mettere in gioco le proprie competenze e conoscenze ci può assicurare vittorie ma anche sconfitte. Potremmo rimanere dell’idea che il nostro Kung Fu sia il più autentico o il più efficace, ma non avremmo la possibilità di verificarlo e magari migliorarlo, a nostro discapito.
Chi poi si ferma ad ogni ostacolo, chi lascia che le difficoltà prendano il sopravvento sulla tenacia, chi non solo non vuole conoscere i propri avversari ma nemmeno migliorare la conoscenza di sé, si priva in partenza di ogni possibilità di vittoria.