Muscoli extrarotatori e intrarotatori, capsulite, deltoide anteriori, mediale e posteriore, inserzione di tendini di bicipiti e alcuni dei (tanti) muscoli della schiena, la famosa cuffia dei rotatori, clavicola, scapola: non si capisce mai niente quando abbiamo un fastidio alla spalla, quel che è certo è che sono dolori per noi, le lezioni di Kung Fu saltano, i tempi di recupero son mediamente lunghi e non ultimo son mazzate per il nostro portafoglio che si smagrisce a favore di quello del nostro fisioterapista e/o osteopata.
Il problema è comune un po´ a tutti, indipendentemente dallo stile; chi combatte nel Wing Chun o nel Sanda sa bene di cosa sto parlando e del fondamentale ruolo della spalla, ma anche nel Kung Fu tradizionale, durante l´allenamento di una forma un paio di quan a freddo sono l´ideale per farsi venire quel dolorino che ti restituisce la sensazione di un sottilissimo ago che ti trafigge la carne: davvero piacevolissimo, ve lo garantisco.
Quandoi si tratta di preservare la complicata anatomia della spalla la parola riscaldamento non è adatta.
Cerco di spiegarmi meglio: il riscaldamento è certamente necessario, ma – quando si tratta di una zona già infortunata o particolarmente predisposta ad esserlo – il riscaldamento stesso è già un momento potenzialmente pericoloso e per questo stesso motivo richiede una fase di preriscaldamento che, per dirla con un termine estremamente tecnico ed anatomico, "olii" per bene le giunture di questo complesso apparato.
Chiariamolo subito sono esercizi pallosissimi, di una noia mortale direi, proprio come quelli preliminari che il nostro odiatissimo professore di educazione fisica ci faceva svolgere per decine di minuti quando a noi interessava fare tutt´altro, ma questa volta dobbiamo pensare che ci servono per davvero: a 14 anni eravamo indistruttibili come una pallina di gomma, personalmente ora che vedo più vicini gli "anta" che gli "enta" non mi sento più esattamente così. Inoltre son giusto 30 secondi l’uno, non si tratta di perdere molto tempo, non facciamo i pelandroni.
Cominciamo sempre lentamente e con un arco di movimento mai totale bensí parziale per poi progredire con un range completo.
Oscillazioni in basso delle braccia avanti/indietro
Postura eretta, gambe leggermente divaricate, braccia lungo i fianchi, richiamiamo solo l’articolazione della spalla per far compiere delle piccole oscillazioni. Le nostre braccia formeranno un ideale semicerchio grossomodo all’altezza del nostro ombelico e verso i nostri glutei.
Oscillazioni in basso delle braccia indietro/avanti
Postura eretta, gambe leggermente divaricate, braccia lungo i fianchi, richiamiamo solo l’articolazione della spalla per far compiere delle piccole oscillazioni indietro. Le nostre braccia formeranno un ideale semicerchio grossomodo poco più in alto dei nostri glutei e verso la nostra zona pubica
Rotazione della spalla dall´alto in basso
Postura eretta, gambe leggermente divaricate, braccia lungo i fianchi, richiamiamo solo l’articolazione della spalla per farle compiere un giro completo partendo dall’alto.
Rotazione della spalla dal basso in alto
Postura eretta, gambe leggermente divaricate, braccia lungo i fianchi, richiamiamo solo l’articolazione della spalla per farle compiere un giro completo partendo dal basso.
In questo post ci siamo concentrati sui movimenti di rotazione, nel prossimo li approfondiremo e vedremo anche quelli di adduzione e abduzione del braccio.
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