Noi di Kung Fu Life non siamo impazziti nel fare questo augurio, ma esprimiamo – come sempre e fin dagli esordi – semplicemente e liberamente ció che pensiamo. In questo caso personalmente vi auguro un´estate con poco Kung Fu. Calmi calmi mi spiego meglio: mi è venuto questo pensiero quando camminando pigramente con un bel cono gelato in mano per un parco della periferia della mia cittá ho visto dei praticanti di Tai Chi allenarsi. Dentro di me, ex agonista di Sanda e poco incline alla parte spirituale della nostra amata arte marziale, ho pensato: <<Accidenti il Kung Fu si pratica anche qui ed in ora di pranzo e non solo nel parco piú grande della mia cittá>>.
Inconsciamente i miei ricordi sono tornati ai grandi giardini di Pechino vicino al tempio del Cielo dove i praticanti di Kung Fu sono piú della gente che si gode il piacere del parco per puro scopo ricreativo e di svago; ho sorriso ed ero felice pensando che il Kung Fu in Italia e anche nella città dove vivo è in fermento ed in crescita.
Ma, complice l´estate, riflettevo sul fatto che questi piccoli e preziosi momenti, spesso inaspettati, sono vitali in questo periodo di flessione e pausa dai corsi e dagli allenamenti.
Siamo abituati a pensare alla nostra disciplina all´interno della caotica e ripetitiva vita quotidiana: un´oretta, o nel migliore dei casi due, in cui riusciamo a dedicarci ad una passione e neanche tutti i giorni, per gli agonisti poi è solo l’inizio: ci sono gli allenamenti specifici, il fiato, i pesi, lo sparring, allenamenti solitari prima o dopo il nostro corso e a volte anche nei giorni che dovrebbero essere dedicati al riposo e al recupero.
Per i più "fortunati" – si fa per dire – l6acute;amore per il Kung Fu diventa ossessione: parlo per esperienza personale dato che mi sono sparato 2 mesi di allenamenti in solitaria e d’inverno a Deng Feng, ma al di là delle "pazzie" come può essere partire per Shaolin, il rischio del vivere per allenarsi è qualcosa di concreto e reale e non sempre è facile capire di esserci dentro e gestirsi.
Per i più sfortunati invece l´arte marziale diventa un po´ stressante, anzi troppo e per alcuni anche un "peso", quasi un obbligo. Il rischio è quello di vivere male la passione e perdere lentamente ma inesorabilmente interesse.
In entrambi i casi, ma anche se abbiamo vissuto rettamente la nostra stagione di allenamenti, l´equilibrio è perduto ed il nostro Qi è sotto i tacchi e abbiamo bisogno – per come la penso io – di ricaricare le energie fisiche e mentali: innanzitutto rallentiamo drasticamente intensità e frequenza degli allenamenti, evitando completamente quelli specifici.
Cerchiamo di vedere le cose da un altro punto di vista: possiamo praticare la forma che più ci piace al tramonto nella nostra pineta preferita, correre blandamente sul lungo mare e vedere sorger il sole al mattino, meditare restando in silenzio su una spiaggia solitaria lasciandosi trasportare lontano dalle onde e se vediamo qualcuno per caso allenarsi in gruppo all’aperto possiamo con rispetto chiedere di unirci a loro.
Il Kung Fu d´estate è intorno a noi nelle piccole cose anche non convenzionali e anche se non discendono dalla settima generazione di monaci del tempio Shaolin. E non è un reato ammettere a sé stessi che proprio non ne vogliamo piú sapere, che non vogliamo pensare al Kung Fu fino a settembre. Sono sicuro che in ogni caso la nostra prossima stagione sarà migliore se pensiamo a come vogliamo vivere la nostra arte marziale quest’estate. O anche non viverla.
Ciò che è certo è che a settembre tutto sarà più chiaro, anche la passione per il Kung Fu e l’impegno che vorrete e dovrete dedicare al prossimo anno.
Noi di Kung Fu Life ci abbiamo già pensato e ci stiamo lavorando, quindi aspettatevi grosse novitá.