Il Bruce Week Contest organizzato per celebrare il 75° compleanno di Bruce Lee ha avuto i suoi tre vincitori, ai quali sará come promesso inviato un nunchaku in regalo. Il nostro caporedattore Cristian Gosti ha giá provveduto a comunicare le frasi vincitrici e ad avvisare i tre loro autori. Se seguite Kung Fu Life, avrete anche letto con quale logica sono state selezionate.
<<Bruce Lee per me rappresenta…>>: era proprio quel <<per me>> il punto focale. Volevamo valorizzare la genuinitá e la sinceritá di chi ha trovato nel Piccolo Drago un ispiratore personale. Qualcuno che abbia avuto con Lee un rapporto quasi vis á vis, nel senso che Bruce ha influenzato nel profondo la sua vita. Da qui il carattere intimistico delle frasi vincitrici.
Voglio qui riprenderle un attimo e commentarle un po´, darne una mia personale ermeneutica, evidenziare cosa personalmente mi riportano alla mente.
3° CLASSIFICATA – Francesca
Bruce per me è armonia, musica per gli occhi ed inspirazione per l´anima. Infine Egli è tempo, indelebile negli anni.
Questa frase mi piace moltissimo perché lascia emergere l´aspetto piú artistico del grande Bruce. Un uomo che si diede completamente all´espressione individuale e artistica del corpo in combattimento, che curó il proprio corpo come un tempio e la propria anima come un bonsai. L´armonia del movimento, delle forme si lascia contemplare nei suoi piccoli passi veloci e silenziosi come quelli di un gatto. Rapidissimi ma vellutati, danno agli occhi la stessa sensazione che la buona musica puó dare all´orecchio. Armonia di rapporti e musica ispiratrice sono "figlie" del tempo, che per celebrarlo lo ha reso una leggenda indimenticabile: l´arte, infatti, puó sconfiggerlo.
Francesca, per me hai colto l´arte di Bruce.
2° CLASSIFICATA – Aicha
Bruce Lee per me è quello che un giorno decise che il mondo che gli interessava era soltanto quello che vedeva lui.
Le tre frasi vincitrici sono molto belle, ma per questa io ho un vero e proprio debole. È ricca di contenuti, come le altre, ma è espressa con un velo di falso cinismo, di quei cinismi che servono ad alleggerire le cose importanti per de-pateticizzarle. Il rischio della bella parola detta e ridetta è sempre in agguato: che Lee sia stato un indipendente lo dicono tutti. Ma non lo dicono come lo ha detto Aicha: concisa, veloce, secca che quasi sembra oggettiva. Senza sentimentalismi e spiritualismi fin troppo usati quando si scomoda la filosofia di Bruce Lee. Come dire: Bruce Lee è quel tizio che un giorno s´é svegliato e si è sorpreso a pensare, quasi per sbaglio e stupendosi da solo: <<…Oh, ma perché dovrebbe esistere per me un mondo deciso da qualcun altro??>>
La banalitá della constatazione è disarmante perché è una di quelle ovvietà mai comprese fino in fondo, e quindi tutt´altro che banali. Mi ha ricordato il personaggio di Jep Gambardella nel film premio Oscar La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino, interpretato da Toni Servillo, quando dice: <<La piú sorprendente scoperta che ho fatto subito dopo aver compiuto sessantacinque anni è che non posso piú perdere tempo a fare cose che non mi va di fare>>. Come a dire: <<Ragazzi, c´ho messo 65 anni ad accorgermi che sono libero>>. Bruce, secondo Aicha, ci mise molto meno.
Aicha, per me hai colto la libertá di Bruce.
1° CLASSIFICATO – Manuel
Bruce per me é diventato una fonte di ispirazione in un momento buio della mia vita, in cui ho perso mia madre, la mia ragazza ed il mio lavoro. Ho ritrovato la forza scoprendo il Kung Fu e adottando Lee come un modello di ispirazione, dedicando ogni mio giorno a questa nobile arte marziale.
Il primo classificato è stato Manuel perché ha avuto il coraggio di valorizzare al massimo quel <<per me>> richiesto dal contest in merito a cosa rappresentasse Bruce. Il coraggio di mettersi a nudo davanti alla figura del Piccolo Drago, per ringraziarlo senza fronzoli di essere stato importante non per chissá quale missione nel mondo, ma perché lo ha aiutato personalmente. Non si tratta tanto, quindi, dell´innovazione o delle abilitá di Lee, ma della forza che la sua vicenda ha saputo trasmettere a qualcuno che, in un momento difficile della propria vita, ne ha avuto bisogno. Il Kung Fu ed il Jeet Kune Do come arti marziali per combattere non gli avversari e gli aggressori, ma le grandi difficoltá della vita. Perché alla fine non ci capiterá chissá quante volte di difenderci in strada, mentre tante saranno le situazioni in cui la vita ci metterá pesantemente alla prova. Qui emerge il Bruce Lee che ci dice che il vero avversario è dentro di noi, quello piú difficile da battere: te stesso.
Manuel, per me hai colto la determinazione di Bruce.
È stata una bellissima esperienza. Leggere le vostre frasi e rifletterci sopra ci ha anche mostrato quanto nel mondo marziale esista tutta una corrente di gente silenziosa che si allena e riflette onestamente su ció che fa, ma senza saccenza e odio reale e virtuale verso gli altri. Siete voi i lettori preferiti di Kung Fu Life. Personalmente, infatti, ho goduto infinitamente a scartare le frasi tipo: <<Con i miei 5000 anni di pratica e le settordici cinture, e la formazione militare e i campionati interplanetari vinti, Bruce per me mi ha insegnato quanto sono diventato figo a fare il Maestro>>. Una goduria inesprimibile.