Ieri ho avuto un’interessante conversazione con un insegnante di sala pesi della palestra dove insegno riguardo i film di arti marziali e i protagonisti di tali fim. Ad un certo punto lui ha espresso il seguente pensiero: <<Bruce Lee aveva qualcosa che i moderni marzialisti da pellicola non hanno…>>. Mi sono immediatamente trovato in linea con la sua affermazione. A chiacchierata e succesiva lezione di Kung Fu concluse ho ripensato alla sua frase, tendenzialmente perchè mi è piaciuta la definizione “marzialisti da pellicola”.
Effettivamente, ho pensato, c’è una sostanziale differenza tra l’universalmente apprezzato Bruce e molti degli attori da action movie marziali odierni: quest’ultimi sono quasi schiavi della coreografia marziale studiata per essere spettacolare e volutamente eccessiva; come non citare Jean-Claude Van Damme, che grazie alla sua scioltezza muscolare ha rivestito il ruolo di artista marziale per eccellenza per un buon numero di anni. Ma sono diversi gli attori, più o meno, marziali che portano sullo schermo scene di lotta non propriamente realistiche. Anche gli stessi Jackie Chan o Jet Li, pur avendo radici nel Kung Fu tradizionale si sono convertiti alle esigenze Hollywoodiane.
Bruce Lee invece, pur sognando Hollywood, aveva qualcosa di diverso. Ritengo che la differenza stia nel fatto che Lee voleva trasferire agli spettatori attraverso lo schermo la sua filosofia marziale. Voleva dimostrare che il rigido tradizionale necessitava di una rivoluzione dinamica. La storica sequenza del combattimento al colosseo con Chuck Norris ne è un esempio. Prima subisce i colpi dell’avversario, poi adotta il suo sistema di lotta fluido e riesce a sconfiggerlo. Si vede chiaramente che ad un certo punto anche Chuck prova a cambiare il suo stile tentando di imitare i movimenti delle gambe di Bruce anche se con risultati poco utili…
Tuttavia, la mia riflessione è proseguita, per un profano, le arti marziali sono quelle che vede al cinema. Quante sono le persone che credono che nei corsi di Kung Fu si imparino le tecniche di disarmo basati su calci alti e spettacolari… quanti sono convinti che combattere significhi compiere evoluzioni degne di Roberto Bolle… Ma anche tra i praticanti l’influenza del grande schermo è notevole. Più volte mi è capitato di osservare praticanti o insegnanti di Jeet Kune Do intenti a dimostrare tecniche, a volte decisamente opinabili dal punto di vista dell’efficacia, “giustificate” con la frase <<Bruce Lee faceva così>>. Mettiamoci pure la preparazione non eccelsa del soggetto, tuttavia si intuiva chiaramente le fonti dalle quale aveva accinto per studiare la suddetta tecnica: una delle innumerevoli scene di lotta dei film di Bruce. La stessa cosa, ad esempio, non mi è ancora successa per quel che riguarda le tecniche mostrate sullo schermo da Steven Seagal, che tuttavia, molto spesso, esibiva “mosse” decisamente vicine alla realtà.
Evidentemente Bruce aveva qualcosa che i moderni marzialisti da pellicola non hanno.