Bodhidharma è un personaggio che gli studenti di Shaolin (ma in generale gli studenti di qualunque stile di Kung Fu) non possono non conoscere.
Studiare il Kung Fu significa anche conoscerne le origini, sapere che gli albori dell´arte si confondono tra storia e leggenda e che Bodhidharma si accomoda al confine tra reale e fantasia.
Eccone una versione della storia/leggenda che vuole il monaco buddhista indiano come padre fondatore del Kung Fu (Shaolin).
Dopo una breve riunificazione per opera della dinastia Chin (280 – 316) varie tribú barbare si impadronirono della Cina settentrionale dando origine a numerosi Stati.
Nel sud invece si formó uno stato unitario che conservava tutte le tradizioni del passato.
Questo periodo è ricordato dagli storici come "Nord e sud" e fu caratterizzato da una forte decadenza politica e da un grande fervore religioso.
Il Buddismo si diffuse in tutta la Cina e ovunque furono eretti monasteri e templi.
In particolare, nella provincia di Henan, sulle pendici del monte Sung, verso la fine del quinto secolo venne costruito il monastero Shaolin Szu (giovane foresta).
Verso il 520 d.C. arrivò al tempio Shaolin il famoso monaco Bodhidharma, conosciuto anche con il nome cinese Ta Mo (o con quello giapponese Daruma), ventottesimo patriarca del Buddismo e fondatore della scuola Ch’an.
Secondo i principi di tale scuola la meditazione era la via… la parola "Ch’an" infatti deriva dal sanscrito Dhyrana che significa "meditazione".
Il Buddismo Ch’an (zen in giapponese) ha notevolmente influenzato l’evolversi delle arti marziali, sia cinesi che giapponesi, trasformandole in un mezzo di perfezionamento spirituale.
Basti pensare che lo Shaolin Ch’uan nacque e si sviluppò in un tempio Ch’an e che lo Zen divenne la religione-filosofia dei samurai giapponesi.
Bodhidharma insegnò una serie di esercizi fisici e di respirazione (probabilmente derivanti da tecniche yoga) destinati a ridar vigore ai monaci provati della lunghe meditazioni ed a facilitare il conseguimento dell’unità di spirito e corpo.
Successivamente tali esercizi furono descritti in due trattati:
- I Chin Ching o Trattato sul movimento dei tendini;
- Hsi Sui Ching o Trattato sul “lavaggio” del midollo osseo.
A Bodhidharma furono anche attribuiti una serie di esercizi denominati "Sho Pa Lo Han Shou" ossia "Le 18 mani (tecniche) dei discepoli di Buddha".
Sembra che questi esercizi fossero delle vere e proprie tecniche di combattimento a mani nude e furono considerati il nucleo originante delle tecniche di Shaolin.
Differente è il pensiero degli storici moderni secondo i quali Bodhidharma non insegnò affatto forme di combattimento ed alcuni di essi mettono addirittura in dubbio l’esistenza stessa del famoso monaco.
Sicuramente, però, durante il sesto secolo dopo Cristo i monaci del tempio Shaolin iniziarono a praticare, oltre alle tecniche di yoga, anche le arti marziali, tanto che nel secolo successivo avevano già acquisito la fama di invincibili.
Probabilmente i primi insegnanti furono dei guerrieri o dei maestri che si convertirono al buddismo e divennero monaci, trovando nei confratelli che già praticavano le tecniche ginniche e lo yoga di Bodhidharma degli allievi predisposti ad apprendere nuovi esercizi.
Bisogna inoltre considerare che le tecniche di autodifesa erano senza dubbio indispensabili ai monaci che vivevano e viaggiavano in zone popolate dai briganti.
Grazie ai lunghi anni di intensi allenamenti ed al buddismo Ch’an i monaci del tempio Shaolin divennero formidabili combattenti acquisendo una superiorità non solo fisica ma anche spirituale e mentale.