Il maestro di arti marziali deve tutelare gli allievi per legge

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arti marziali
L’insegnante di arti marziali è un ruolo (ancora) dotato di fascino, che regala a chi lo ricopre un bonus di credibilità e un’immagine di profondo conoscitore di antiche filosofie.
Tuttavia, forse non tutti sanno che, la legge italiana ed in particolare la Corte di Cassazione hanno deciso che l’insegnante di arti marziali debba essere investito anche e soprattutto di responsabilità molto meno affascinanti e decisamente più impegnative.
Responsabilità che è bene che tutti i maestri di arti marziali conoscano alla perfezione, per evitare guai seri.
Quali sono?
L’avvocato Mauro Sella, esperto in legislatura relativa alle A.S.D., ce ne fornisce un’indicazione con la seguente storia realmente accaduta.
arti marziali pugni
Un allenatore della nazionale italiana appartenente ad una federazione di arti marziali è stato condannato per il reato di lesioni colpose perché durante l’allenamento degli atleti della nazionale, aveva omesso di far indossare ad uno di questi il caschetto di protezione, con la conseguenza che lo stesso, scivolando a terra durante un combattimento con altro atleta, ha battuto la testa, riportando la frattura occipitale ed un’emorragia cerebrale.
Inoltre, la federazione di appartenenza è stata considerata responsabile in solido con l’allenatore e tenuta anch’essa al risarcimento dei danni subiti dall’atleta.
Nel corso delle indagini è risultato che al momento dell’incidente, per problematiche di spazio, gli atleti della nazionale si stavano allenando all’interno di una normale palestra (mai utilizzata in precedenza per quella pratica sportiva), con pavimentazione rigida in linoleum, priva della specifica protezione costituita dal tatami e che nessuno degli atleti al momento del fatto indossava il caschetto di protezione, non avendo l’allenatore dato alcuna disposizione a riguardo.
corte di cassazione
La Corte di Cassazione ha confermato le condanne, specificando che l’allenatore di una disciplina sportiva è titolare di una posizione di garanzia, con la conseguenza che l’omessa adozione di accorgimenti e cautele idonei a garantire l’incolumità è da considerarsi una causa dell’evento. In altre parole, è stato dato per assodato che in presenza di opportune attenzioni l’incidente non si sarebbe verificato o comunque avrebbe causato danni meno gravi all’atleta.
Posto che la pratica sportiva delle arti marziali è comunque considerata attività pericolosa, dati i rischi per l’incolumità fisica degli atleti, deve affermarsi che la posizione di garanzia di cui l’allenatore è investito implichi la sicura imposizione di porre in atto quanto è possibile per impedire il verificarsi di eventi lesivi per coloro che praticano detto sport.
Il fatto che tali specifiche cautele non fossero espressamente contemplate dal regolamento federale non è servito ad escludere la responsabilità dell’allenatore, perché le condizioni in cui l’allenamento si svolgeva, aggravavano i rischi per la salute e l’incolumità degli atleti.
arti marziali ring
L’aneddoto evidenzia lo spessore delle reponsabilità che la legge italiana attribuisce ad un maestro di arti marziali.
Purtroppo a molti insegnanti tali evidenza sfugge, oppure è sottovalutata. È importante prendere atto che per essere un maestro la preparazione tecnica è solo uno degli ingredienti. È assolutamente necessario conoscere la legge, bisogna sapere che ci sono delle sentenze della Corte di Cassazione che inevitabilmente influenzano la vita all’interno delle scuole di arti marziali.
Sfortunatamente, anche alle federazioni manca tale conoscenza e così ogni giorno molti insegnanti e presidenti di ASD rischiano di finire in guai seri senza rendersene conto. Basti pensare che si può essere condannati perchè ci si allena in un posto che non ha un tatami…
La buona notizia è che sta nascendo un progetto che si propone di supportare le scuole di arti marziali anche in ambito legale. Un progetto che sarà presentato il 30 settembre ad Ivrea in un evento ad inviti.
Se vuoi saperne di più e per ottenere un invito visita questa pagina.

2 risposte

  1. Assolutamente da tenere in considerazione le attrezzature che una scuola di arti marziali offre, le protezioni, la sicurezza la professionalità dell’istruttore che dovrebbe per buon senso avere un occhio di riguardo per queste situazioni

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