Sull´importanza di una sana alimentazione si sono scritte valanghe di parole. Oramai tutti sappiamo che per vivere meglio sarebbe importante mangiare in modo equilibrato e coerente con uno stile di vita sano. <<Equilibrato>>, peró, è un termine dal significato assai relativo, in un mondo dove nascono ogni giorno nuove diete diverse. Dove sta quindi l´equilibrio?
Dal punto di vista medico c´è una forte critica a ció che non è dieta mediterranea. Se una persona sta male gli si consiglia, nella maggior parte delle volte, un´alimentazione prevalentemente glucidica, con un buon apporto di proteine e un po´ di lipidi. Vale a dire: carboidrati 60%, grassi 30%, proteine 10% e relativa piramide alimentare, la cui base è rappresentata appunto dai carboidrati e la punta dalle proteine. Da tanti altri punti di vista, peró, le cose stanno diversamente.
Considerate infatti le abitudini medie di uno sportivo: provate a dirgli di mangiare solo il 10% di proteine. E soprattutto: tutti quei carboidrati. Demoni alimentari dei giorni nostri, causa oramai piú dei grassi di sovrappeso e obesitá. È ovvio che lo sportivo vuole tenersi ben lontano da queste ultime due "sorelle", anzi spesso è proprio per questo che fa sport. C´é chi lo fa in "modalitá fitness", che punta ovvero al benessere generale e ad una condizione atletica compatibile con quest´ultimo. C´é chi invece lo fa per una sorta di agonismo, anche se non ufficiale: per raggiungere risultati che non necessariamente sono coerenti con la salute.
L´esempio lampante è il nostro Bruce Lee: allenati, allenati e allenati e ti esaurisci. Migliaia di addominali, pugni al sacco come non ci fosse un domani e chilometri e chilometri di corsa non hanno come fine lo stare in salute. Tutti noi marzialisti, però, lo comprendiamo bene: come si può considerare "per la salute" una disciplina che include di proposito il combattimento? Il colpirsi, il farsi male, labbra spaccate e nasi rotti? Se uno vuole allenarsi per la salute, solitamente non pratica arti marziali o sport da combattimento.
Prima che qualcuno mi salti come al solito alla gola, diciamo che questo può anche avere delle eccezioni. Se esiste qualcosa che non è mai vero, difficilmente esiste qualcos´altro che lo è sempre, perché ogni regola ha la sua eccezione. Ma è indubbio che nella maggior parte dei casi il vero praticante sa che dovrà fare dei sacrifici poco compatibili con la salute.
Il marzialista "nell’anima", il guerriero assoluto si allena duramente. La sua è una vocazione, una sfida con se stesso, un continuo porsi traguardi su traguardi. Ma quando è a tavola, come dovrà comportarsi? Tempo fa ci occupammo di una dieta chiamata <<dieta del guerriero>> dal suo fondatore Ori Hofmekler. Si tratta di un modello alimentare basato sulle presunte abitudini degli uomini primitivi che si nutrivano di cacciagione, per cui si mangiava poco durante il giorno per poi abbuffarsi la sera a cena. Nella giornata, inoltre, bisogna allenarsi: come a dire che prima vado a caccia e quindi faccio molto esercizio fisico mangiando poco per restare lucido, e poi a cena mangio quello che ho cacciato con gran voracità.
È una dieta che ricalca, in qualche modo, la <<paleo diet>> di Loren Cordain, dato che vi ritroviamo una grande quantità di proteine a scapito dei carboidrati. È normale: se cacci mangi carne. Ben lontana, dunque, dalla dieta mediterranea. Le proteine, sappiamo bene, sono un must irrinunciabile per lo sportivo. Quella che Bruce Lee chiamava la sua <<dieta muscolare>>, dato che anche per un guerriero è importante avere muscoli allenati e funzionali. E non parliamo dei bodybuilder.
Bruce Lee, Buakaw, Jackie Chan dei tempi d’oro, Rocky, Rambo e Jean Claude Van Damme: esempi in cui l’addome scolpito e le braccia possenti ci rivelano che a volte l’abito fa il monaco. Da aspiranti guerrieri, ci sentiamo coerenti con il personaggio che ci appartiene quando siamo in forma, con la nostra eventuale tartaruga e le striature sui deltoidi. Ma come deve mangiare un guerriero? Bisogna davvero seguire la omonima e paleolitica dieta?
Guardate, qui non si tratta di dare una risposta o di scegliere tra dieta mediterranea e dieta del guerriero. L’aspetto che più mi stupisce delle arti marziali è come spesso moltissima gente non si renda conto che l’allenamento costruisce solo il 30 – 40 % dei risultati raggiunti, dato che il resto lo fa l’alimentazione. Una dieta squilibrata in poco o in troppo causerà scarse energie per allenarsi, rischi di sovrallenamento e mancata supercompensazione ed un sacco di altri problemi che metteranno i bastoni tra le ruote nella corsa alla via del guerriero.
È questo un punto importantissimo. Nella arti marziali più che negli sport da combattimento, riscontro un’attenzione del tutto marginale all’alimentazione. Si dirà: guarda che uno può essere efficace anche senza tartaruga, il mito di Bruce Lee è tutta apparenza. È vero: conosco molti insegnanti fuori forma ma letali. La domanda da farsi è però: come sarebbero se oltre a questo fossero anche in forma smagliante? L’abito non fa il monaco, ma un monaco nudo suscita abbastanza perplessità. La via del guerriero è una via dal tratto orientale, basata sull’equilibrio tra Yin e Yang. Perché dunque non rendere armonica anche la tavola?
2 risposte
Articolo fatto bene