7 vantaggi delle arti marziali nella vita quotidiana

Muhammad Ali

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Muhammad Ali arti marzialiLa capacitá di essere marzialisti anche nella vita è un argomento che imperversa in qualsiasi ambiente legato alla tradizione. Se infatti chi pratica sport da combattimento ha come primo obiettivo la gara, o comunque la performance, il praticante di arti marziali tradizionali è spesso infarcito di filosofie di vita dedicate ad esse. Significa in definitiva che l´arte pervade ogni aspetto dell´esistenza.
Si comincia quindi a "vivere di Kung Fu". Certo, questo puó benissimo accadere anche con la Boxe, la Muay Thai o l´MMA: un giovane scopre questi sport e decide che dedicherá tutte le proprie energie al miglioramento e al raggiungimento dei risultati. Comincia cosí a mangiare bene, dormire bene, allenarsi costantemente, eliminare alcol, fumo e altre abitudini dannose.

bruce leeÈ peró innegabile che il taglio tipicamente sportivo di queste discipline le rende anche molto meno "filosofiche" e quindi meno propense all´esotismo in cui cade chi si innamora delle arti marziali tradizionali e comincia ad andare in giro con i capelli rasati ed il vestito da monaco Shaolin. Croce, ma anche delizia: è probabilmente per questo suo tenere i piedi per terra che lo sport da combattimento è piú efficace delle ben piú esoteriche arti marziali della tradizione.
Ci sono però alcuni vantaggi comuni a qualsiasi disciplina del combattimento che abbia una mentalità realmente marziale, vantaggi che aiutano a cambiare qualcosa nella propria vita di tutti i giorni. Tra luoghi comuni più o meno verificabili, vediamo quali potrebbero essere.

1. La capacità di incassare i colpi

Il primo posto non può che spettare all´attitudine che ha reso famoso il Rocky Balboa di Sylvester Stallone. Da Muhammad Alì fino al pugile di Philadelphia, le varie versioni di <<nella vita, come nel ring, non conta quante volte cadi, ma quante volte ti rialzi>> è oramai il mantra quotidiano del guerriero. Credo però che, in questo, siano gli sport da combattimento a fare la differenza: esistono praticanti di arti marziali tradizionali che non "cadono" mai perchè il loro sistema è fatto solo per essere autocelebrativo. Maestri che non vanno mai "al tappeto" e che vengono solo osannati dalle proprie orde di allievi.

2. La capacità di resistere nelle avversità

Qui, invece, anche le arti marziali tradizionali si difendono bene. Come negare che tenere per interminabili minuti la posizione Ma Bu sia una sorta di avversità? Riuscire a resistere in una situazione difficile, stancante e faticosa è una dote importantissima nella vita quotidiana. I problemi, i pensieri e gli inconvenienti non risparmiano nessuno.

3. La capacità di saper aspettare

Che è come dire: non prendere iniziative frettolosamente, ma analizzare strategicamente una situazione per affrontarla poi nel migliore dei modi. Tipico del combattente, che prima di scegliere il da farsi studia l´avversario. Ma anche del formista, che nel preparare una gara dovrà allenarsi anche ad aspettare il proprio turno mentre guarda i suoi avversari eseguire le forme più belle del mondo.

4. La capacità di cedere

thai boxeOvvero smettere di usare la propria forza, che nella vita quotidiana e relazionale è sinonimo quasi sempre di testardaggine e presunzione. Dote cara ai praticanti di Wing Chun e Taijiquan, accettare che qualcun altro sia più forte non equivale necessariamente a perdere: questo è un insegnamento notevolissimo. Quando poi accade di raggiungere il massimo risultato con il minimo sforzo, allora sei nel cuore dell’arte suntzuniana della guerra.

5. La capacità di prendere l’iniziativa

Non sempre bisogna aspettare. Evitare l’impasse, lo stallo, l’indecisione equivale a saper prendere le cose di petto e senza paura. Viene in mente l’intercettare del Jeet Kune Do, quando piuttosto che trovarci di fronte ad un problema siamo noi che gli andiamo incontro. Lo vediamo lì, all’orizzonte, che ci punta e decidiamo che non scapperemo e che anzi: lo affronteremo subito.

6. La capacità di imparare dai propri errori

arti marziali taijiquanRarissimo, devo dire. Le arti marziali si basano su programmi fissi e tradizionali, inventati da gente vissuta secoli fa. Gli sport da combattimento sono perfettibili dal singolo a livello strategico, ma in quanto sistemi sono vincolati dal regolamento a cui devono attenersi. Nella vita quotidiana non ci sono regole assolute di comportamento e di pensiero, e ognuno di noi cresce e cambia ogni giorno sopra le esperienze che fa. In questo, l´Infinity Martial System del Maestro Giuseppe De Rosa è qualcosa di rivoluzionario: non ho mai incontrato un sistema con un tale feedback euristico, capace di migliorarsi imparando dai propri errori. Per questo lo ha chiamato <<infinity>>: movimento infinito e continuo cambiamento. Certo, tutti diranno che tutti sono in movimento, e il Tao, e il cambiamento, etc. Solo che nell’IMS questo succede davvero, negli altri sistemi, e non ho paura di dirlo, assolutamente no.

7. La capacità di gestire la paura

pauraIl sangue freddo, l’abitudine a non perdere il controllo e la lucidità di fronte ad un grosso problema. Qui gli sport da combattimento devono cedere il passo alle arti marziali legate alla difesa personale, quando fatte bene. Salire su un ring o dentro una gabbia significa sapere bene che qualcuno potrebbe sempre gettare la spugna per salvarci i glutei. O addirittura possiamo noi stessi battere a terra e arrenderci. Nessuno si farà quindi male e finirà all’ospedale o all’obitorio. La difesa da strada è invece altra cosa: potrebbe succedere di tutto. Coltelli, pistole, catene, fucili, bazooka, carri armati, aerei caccia da combattimento, batwing etc. Se fatte bene, però: se invece vi allenate con il compagno che attacca con il coltello come se fosse tetraplegico non imparerete a gestire proprio niente, tantomeno la paura.

Ce ne sarebbero, di altri aspetti da considerare. Io però mi fermo qui. E voi?

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